Negli ultimi quattro anni è stata un punto di riferimento per centinaia di persone, ma da lunedì 4 aprile la Casa delle Donne di Alessandria, in Piemonte, potrebbe essere sgomberata. “Fin da quando l’ex asilo del Monserrato è stato riaperto alla città sapevamo che questo giorno sarebbe potuto arrivare ma non ci arrenderemo ora” spiegano le attiviste di Non Una di Meno Alessandria, che da qualche giorno hanno appreso la notizia del possibile sgombero.

Nel 2018 lo stabile abbandonato era stato occupato e trasformato in uno spazio aperto a tutti. “La Casa delle Donne è diventato un luogo in cui le donne e le soggettività LGBTQIA+ possono raccontarsi, confrontarsi, lottare in difesa dei diritti” raccontano le attiviste che nel corso degli anni hanno organizzato laboratori per i bambini sull’educazione affettiva e sul rispetto delle differenze, incontri sulla condizione femminile, uno sportello sindacale per i precari e dibattiti con studenti e studentesse delle superiori. Poi con il lockdown è nato lo sportello ‘Non sei sola’ per dare risposta e accogliere “chi voleva fuggire da situazioni di violenza, precarietà, solitudine”. Un servizio al quale hanno aderito centinaia di donne negli ultimi due anni. Da lunedì tutto questo potrebbe non esserci più. “A poche settimane dalle elezioni comunali abbiamo ricevuto la notizia della volontà di sgomberare la Casa delle Donne” spiegano le attiviste, che puntano il dito contro il Comune a guida leghista. A giugno ad Alessandria si vota per le amministrative. “La coincidenza tra questa notizia e l’intensificarsi della campagna elettorale non sembra fortuita – aggiungono le attiviste – e il tentativo di utilizzare lo sgombero della casa come un ‘accalappia voti’ all’interno del bacino elettorale più machista e sessista della Lega o come modo per compattare la destra appare evidente”.

Sul versante istituzionale l’amministrazione comunale e la Regione si rimpallano la responsabilità sul possibile sgombero. La struttura è un Istituto pubblico di assistenza e beneficenza (Ipab) sul quale la Regione dice di avere compito di esclusiva vigilanza amministrativa. E l’Assessora del Piemonte alle Pari Opportunità Chiara Caucino, esponente del Carroccio, sostiene che “si tratta di una questione di ordine pubblico” e che lo sgombero “deve essere espressamente richiesto dal commissario indicato dal Comune”. L’ufficio stampa del sindaco di Alessandria fa sapere che il primo cittadino e gli assessori preferiscono non rilasciare dichiarazioni perché “il Comune non è coinvolto in quella vicenda e non ha informazioni dirette al riguardo se non quelle che si leggono sui media”. Nel frattempo la Casa delle Donne ha ricevuto la solidarietà di esponenti del mondo della cultura come il fumettista Zerocalcare e l’attivista e presidente della commissione Pari opportunità di Bologna Porpora Marcasciano. In attesa del possibile sgombero, da domenica 3 aprile a martedì 5 aprile lo spazio occupato ospiterà una tre giorni di “condivisione e di incontri” per impedire che la Casa venga cancellata. “Per tutte queste ragioni, per ciò che quotidianamente facciamo e per ciò in cui crediamo – concludono le attiviste – non ci siamo arrese e non ci arrenderemo adesso”.

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