Il 23,6% dei romani vive in condizioni di disagio economico, con un reddito annuo inferiore ai 15mila euro. Il 10,3% patisce uno stato di “grave deprivazione materiale“. Il 14,1% è a rischio povertà. E, come se non bastasse, il 6% “arriva con fatica a fine mese“. Il rapporto della Caritas, “La povertà a Roma: un punto di vista, false ripartenze?”, mostra nel modo più chiaro gli effetti della pandemia sul tessuto socio-economico romano. Il documento, che conta 154 pagine, è stato presentato dal cardinale Angelo De Donatis, vicario di Roma, Giustino Trincia, direttore della Caritas della capitale e dal sindaco Roberto Gualtieri.

Molti gli indicatori utilizzati per mettere in evidenza le criticità. Stando al rapporto, nella Capitale il 13,5% dei dipendenti ha dichiarato una retribuzione inferiore ai due terzi di quella mediana. Una percentuale che supera – seppur di poco – quelle relative a Milano, 12,5%, e Torino, 8,1%. Questo anche perché il 21% dei lavoratori ha contratti a termine da più di 5 anni. Dal rapporto emerge una città attraversata da forti disuguaglianze, una realtà urbana in cui, accanto ai poveri, vivono i più abbienti: il 2,4% dei cittadini detiene infatti un reddito superiore ai 100mila euro, corrispondente al 18% del reddito totale. Il fattore geografico incide sui risultati ottenuti. Basti pensare che se nel VI Municipio il reddito medio annuo è 17.460 euro, nel centro cittadino sale a 39mila euro. Alla povertà e alla precarietà lavorativa si aggiungono la solitudine e la dispersione scolastica. Circa il 45% della popolazione romana vive da sola, mentre il 9,6% degli studenti non finisce il percorso di studi.

“Lo studio, come nelle precedenti edizioni, cerca di far emergere la povertà da una prospettiva che va oltre le statistiche ufficiali, che pure vengono riportate nel testo, ma si concentra su quelli che non hanno voce”, ha commentato il vicario Angelo De Donatis, “così scopriamo che esistono migliaia di romani che vivono in solitudine, che non hanno mai avuto un reddito regolare, che non riescono ad accedere al servizio sanitario pur avendone diritto, che erano già in grande difficoltà prima dell’arrivo della pandemia e che ora si trovano completamente esclusi dal sistema di aiuti”. Secondo Giustino Trincia, il rapporto fotografa una metropoli “in bilico tra la tentazione di ripiegarsi sulle profonde ferite inferte dalla pandemia e la volontà di cogliere le notevoli opportunità offerte dal Pnrr, dal prossimo Giubileo del 2025 e dalla possibile assegnazione a Roma Capitale dell’Expo 2030”. Per il sindaco Roberto Gualtieri, “le misure straordinarie prese durante la pandemia hanno ridotto l’impatto ma non hanno impedito che le categorie più fragili ricevessero un ulteriore colpo, si è creato un elemento di precarietà lavorativa e abitativa molto significativa”.

Articolo Precedente

Il mondo è fuori controllo ma si può affrontarlo: bisogna vivere un giorno per volta

next
Articolo Successivo

Sulla guerra ha già detto Camus: il mondo senza omicidi non esiste ma non chiamiamolo ‘giusto’

next