L’Ucraina vuole che Israele gli fornisca almeno tecnologie di attacco informatico, incluso l’ormai famigerato spyware Pegasus prodotto dal gruppo Nso – ha detto in una intervista ad Haaretz il vice primo ministro e zar digitale del paese assediato Mykhailo Fedorov. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva chiesto a Israele di fornire armi all’Ucraina, ma lo Stato ebraico nonostante le pressioni Usa si è rifiutato di fornire missili e sistemi antimissile a Kiev per non inimicarsi la Russia e aprire scenari diversi per la Siria, dove Israele compie regolarmente raid aerei mentre i russi si girano dall’altra parte.

Adesso l’Ucraina chiede che Israele lo armi con strumenti di attacco informatico. Per quanto è noto, l’Ucraina non è mai stata un cliente di Nso, nota soprattutto per il suo spyware Pegasus che consente di spiare obiettivi accedendo segretamente ai loro cellulari. Le indiscrezioni raccontano che Israele ha rifiutato da tempo le richieste ufficiali dell’Ucraina di ricevere lo spyware di Nso, ma Kiev comunque non demorde.

L’Ucraina sta già utilizzando la tecnologia di riconoscimento facciale dell’azienda Usa “Clearview AI”. Il suo uso più frequente è per riconoscere i volti dei soldati russi uccisi in azione, di solito inviati a combattere in Ucraina senza documenti (come i soldati di tutto il mondo, nessuno va alla guerra col passaporto in tasca: c’è apposta la piastrina da portare al collo). Secondo Fedorov gli ucraini presto contatteranno le famiglie russe dei soldati caduti per informarli della morte. La mossa è, solo apparentemente, di natura umanitaria; fa parte invece di una strategia più ampia che ha lo scopo di minare il sostegno in Russia all’invasione.

Dopo l’inizio della guerra il 24 febbraio, Fedorov ha creato un esercito informatico: un gruppo di guerrieri volontari della cyber war. Ha spiegato ad Haaretz che gli ucraini hanno due canali di comunicazione con gli hacker volontari, attraverso i quali forniscono loro un elenco di obiettivi. Fedorov non ha voluto commentare le affermazioni secondo cui Kiev sta contrastando la disinformazione russa con la propria disinformazione. Ma ha confermato che il suo Paese “sta contattando i cittadini russi in vari modi e canali, per assicurarsi che conoscano la verità su ciò che sta accadendo in Ucraina”.

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