Dopo le polemiche e gli attacchi di Pd, Italia viva e +Europa, la Rai ha cancellato il contratto di Alessandro Orsini con Cartabianca. Lo fa sapere una nota di viale Mazzini in cui si legge che “la direzione di Rai 3, d’intesa con l’Amministratore Delegato della Rai, ha ritenuto opportuno non dar seguito al contratto originato su iniziativa del programma Cartabianca che prevedeva un compenso per la presenza del professor Alessandro Orsini nella trasmissione”. Una decisione, quella della rete, che ha provocato la reazione di Bianca Berlinguer, conduttrice della trasmissione. “Apprendo che il contratto sottoscritto dalla Rai e dal professore Alessandro Orsini sarà interrotto per decisione della direzione di Rai3 senza che io sia stata consultata in merito. Una decisione che limita gravemente il mio ruolo di autrice e di responsabile di Cartabianca per quanto riguarda la questione fondamentale della scelta degli ospiti e di conseguenza dei contenuti sui quali si costruisce la discussione”, dice la giornalista. “Aggiungo che non condivido la decisione di escludere una voce certamente rappresentativa di un’opinione presente nella società italiana e tra gli studiosi, in quanto ciò porterebbe a una mortificazione del dibattito che per essere tale deve esprimere la più ampia pluralità di idee”, continua sempre Berlinguer. Che poi si chiede: “Non è forse questa la missione del servizio pubblico?”.

Orsini: “Pronto ad andare gratis” – Da parte sua Orsini spiega di essere pronto a partecipare gratis alla trasmissione in onda sulla terza rete: “Apprendo – scrive su facebook – che la Rai ha deciso di rescindere il mio contratto stipulato per sei puntate con Cartabianca. Molte altre trasmissioni di informazione mi avevano offerto compensi ben superiori a quello della Rai. Ho scelto Bianca Berlinguer perché penso che sia una garanzia di libertà. Questa libertà va difesa. Per questo motivo, annuncio che sono pronto a partecipare alla trasmissione di Bianca Berlinguer gratuitamente”. Il professore poi annuncia che sulla vicenda scriverà un articolo per il Fatto Quotidiano di domani.

M5s, De Magistris, Cuperlo e pure Sgarbi: “Censura” – A difesa del professore si schierano i deputati dei 5 stelle Francesco Berti e Francesca Flati. “La cancellazione del contratto di Orsini è una vergogna per una democrazia matura e pluralista. Una informazione che reagisce in maniera solerte ai partiti ci avvicina al modello autoritario che alcuni dicono di combattere”, scrive il primo in un tweet. “Sono distante dalle posizioni di Orsini – aggiunge – e non condivido molte sue interpretazioni storiche e strategiche, ma in una democrazia si deve dare spazio anche a chi ha una visione del mondo diversa”. “Al di là delle opinioni condivisibili o meno del professor Orsini, ancora una volta in Rai vince la politica”, scrive sui social Flati, che fa parte della commissione di Vigilanza Rai. “La Rai – continua – deve essere una casa di vetro sempre e comunque, dunque si lavori piuttosto per definire una volta per tutte una chiara e inequivocabile policy sull’impiego di commentatori esterni. Ai miei colleghi dico che non può essere la politica a decidere chi può e chi non può parlare, né tantomeno a fare la scaletta delle trasmissioni. Questa è una pericolosa tendenza, figlia di una lontana eredità del passato, che ogni tanto ritorna”. Solidarizza con Orsini anche Luigi De Magistris: “Censure di Stato a giornalisti e professori,a quelli che non si omologano al pensiero unico, ancora solidarietà ad Marc Innaro e Alessandro Orsini. Gli italiani non vogliono la guerra, fuori l’Italia dalla guerra, stop armi, dialogo e diplomazia per fermare le guerre. Non ci avrete zitti e buoni!”, è il tweet dell’ex sindaco di Napoli. Anche Gianni Cuperlo del Pd trova “sbagliata la polemica sulla presenza di un esperto di politiche della sicurezza nello studio di Carta Bianca. Il professor Orsini sostiene un punto di vista che non condivido, ma tra questo e chiederne la messa al bando ce ne corre”. Persino Vittorio Sgarbi si scaglia contro la Rai parlando di “un atteggiamento di ‘insopportabile censura” e “di un tipico atteggiamento che viviamo oramai da due anni rispetto a quelli che non sono d’accordo con l’opinione dominante. E’ insopportabile, intollerabile”.

Marcucci, Fedeli e Anzaldi esultano – A far deflagrare la vicenda è stato il quotidiano Il Foglio, che ieri ha pubblicato un articolo per spiegare che il docente di Sociologia generale e Sociology of Terrorism della Luiss aveva concordato un compenso da circa duemila euro a puntata per sei appuntamenti a Cartabianca. Che un opinionista sia remunerato da una tramissione televisiva non è certo una notizia e neanche una novità. Il fatto che però si trattasse di Orsini, già ampiamente contestato per le opinioni sulla guerra in Ucraina espresse a Piazzapulita su La7, ha scatenato gli attacchi di alcuni esponenti politici. A cominciare da Andrea Marcucci, ex capogruppo del Pd al Senato, che oggi esulta: “La decisione della Rai di non procedere al contratto con il prof Orsini è giusta. Confronto delle idee si ma senza retribuire stabilmente opinionisti filo Putin. Il servizio pubblico è legato al vincolo del canone pagato dai cittadini”. Valeria Fedeli, senatrice dem, sostiene che la Rai deve garantire “un’informazione e un’approfondimento sì plurali, ma certo non equidistanti tra chi oggi sostiene le ragioni degli aggrediti e quelle degli aggressori”. E quindi, secondo l’ex ministra dell’Istruzione, “la Rai ha in modo opportuno deciso di non procedere con la contrattualizzazione del prof. Orsini”. Michele Anzaldi, deputato renziano della commissione Vigilanza che ieri si era rivolto all’amministratore delegato della Rai Carlo Fuortes, chiede a viale Mazzini di “fare piena trasparenza sugli opinionisti a pagamento nelle trasmissioni di informazione del servizio pubblico”. Il presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza Rai, Alberto Barachini, invece, getta la palla in tribuna e parla delle risorse economiche della rete pubblica: “Ritengo che Rai abbia al suo interno le competenze per raccontare in maniera completa e approfondita il conflitto internazionale. Il ricorso a personale esterno deve essere limitato a contributi tecnici e specializzati di alto valore tenendo in considerazione anche la situazione finanziaria del servizio pubblico, non florida”.

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