La miglior Juventus della stagione non vale il Villarreal. Figuriamoci la Champions League. I bianconeri non riescono a battere la settima squadra di Spagna, perdono addirittura 0-3 in casa. Affondano nel finale, condannati da due rigori ma soprattutto dai propri limiti, dopo una partita controllata, a tratti anche dominata, ma mai sbloccata. In Europa il corto muso non basta, serve il gioco che Max Allegri non conosce più. Serviva la qualità, che la Juventus, ma un po’ tutta la nostra Serie A, non ha.

È una figuraccia nel punteggio. Onestamente, non per quello che si è visto in campo. Perché per una volta la Juve aveva giocato. Dopo numerose prestazioni incommentabili, in coppa e in campionato, contro piccole o medie squadre, vittorie in serie per 1-0 senza magari nemmeno tirare in porta, stavolta ha attaccato. Dopo l’1-1 dell’andata per passare bastava poco, ma non è arrivato. Forse proprio perché in fondo ha ragione Allegri, questa squadra non è in grado di fare altro che difendere, e quando ci prova finisce male. Forse perché aveva di fronte il proprio alter ego: il Villarreal, una formazione ancora più ostica, che vive dei problemi altrui, ed è riuscita a sfruttarli tutti.

Con queste premesse lo spettacolo non poteva essere e non è stato entusiasmante. Il piano delle due squadre era abbastanza speculare: difendere con nove uomini, anche dieci, dietro la linea della palla, attaccare facendo girare il pallone alla ricerca del varco giusto. Ammesso che arrivi. All’inizio, lunghi secondi di attesa n cui nessuno fa la prima mossa, interminabili fasi di studio. Allegri puntava sul fatto che, come già intravisto all’andata, la difesa spagnola traballa e Vlahovic lì davanti da solo può farla cadere. Aveva ragione, ma solo in parte. Ogni volta che la Juve si è affacciata davanti, per poco non ha segnato: gran parata di Rulli su Morata, Vlahovic e Cuadrado che si ostacolano sul più bello. Il campione serbo che spacca la traversa e poi in mischia su angolo si infrange ancora sul portiere avversario, da due passi. Pur senza fuochi d’artificio, la Juve ha già collezionato quattro occasioni clamorose.

Sembra solo questione di tempo, il preludio al gol decisivo e una qualificazione pronosticata. Invece la partita si complica. Come tutte quelle di Emery, il Villarreal è una squadra sorniona è fastidiosa. Questa è una delle meno talentuose in assoluto allenate dal tecnico specialista di coppa (più Europa League che Champions), e forse proprio per questo ancora più rognosa. Zero punte di ruolo (almeno in partenza), due linee senza campioni né davanti né dietro, ma con tanto ordine e consapevolezza. L’impressione che se l’occasione giusta arriva, bene, altrimenti anche il pareggio e i supplementari non sono poi così male. Non ce ne sarà bisogno.

Col passare dei minuti, la supremazia dei bianconeri si fa sempre più evidente. Diventa la partita che dovrebbe essere: la Juve che fa la Juve e il Villarreal che torna Villarreal, la squadra forte che preme e la più debole che resiste. L’equilibrio sul campo si è rotto, nel punteggio no. Paradossalmente, nel primo tempo la Juve giocando a strappi e di episodi creato tanto. Nel secondo tempo, dominando, praticamente nulla. È qui che vengono fuori tutti i limiti di una squadra che non può competere in Europa, nemmeno contro avversari di seconda o terza fascia. Manca il colpo sulla trequarti, o anche solo un’idea: la palla continua a girare da destra a sinistra, sinistra a destra, senza arrivare mai a Vlahovic.

In questa desolante mancanza di qualità, da una parte e dall’altra, a un quarto d’ora dalla fine i due tecnici si giocano le loro due carte più importanti: Dybala ma soprattutto Gerard Moreno. Lo spagnolo, appena rientrato da infortunio, cambia la partita con la sua sola presenza: libera in area Coquelin, falciato da Rugani. Richiamato dal Var, l’arbitro punisce più lo svarione del difensore bianconero che il tocco, in fondo impercettibile. Dal dischetto, Moreno non sbaglia, Szczesny intuisce ma non la prende.

Il gol degli ospiti, inaspettato, quasi imprevedibile per quel che si era visto nella ripresa, getta nel panico la Juve. Il Villarreal, che già aveva difeso per 80 minuti, può ben farlo per gli ultimi dieci. Anzi, addirittura raddoppia, sempre casualmente, su calcio d’angolo con Pau Torres in mischia. Poi nel recupero, ancora su rigore, Danjuma. È finita, ma in fondo la Champions League per questa Juventus non poteva mai cominciare. Per il terzo anno di fila il club bianconero si ferma agli ottavi di finale. Non solo la Juve, tutto il calcio italiano è fuori dall’Europa che conta. Più che una bocciatura, è una condanna.

Twitter: @lVendemiale

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