Altro che l’azzeramento delle accise sulla benzina promesso dal leader della Lega Matteo Salvini esattamente quattro anni fa. Mentre rincaro delle materie prime e speculazioni fanno volare i prezzi dei carburanti, con la benzina oltre i 2 euro al litro, in Italia le imposte che li colpiscono restano ai livelli più alti d’Europa. Secondo un’elaborazione di Facile.it su dati dell’European Environment Energy, la Penisola è seconda in Ue per livello dei balzelli sulla benzina: 0,73 euro per ogni litro. Se si aggiunge l’Iva, si arriva ad oltre la metà del costo alle pompe. Peggio fanno solo i Paesi Bassi con 0,79 euro al litro. Seguono nella classifica Finlandia e Grecia (0,70 euro ogni litro). Subito dietro Francia (0,68 euro al litro) e Germania (0,65 euro). Per quanto riguarda il diesel, invece, il livello italiano è senza paragoni: 0,62 euro per ogni litro, davanti a Belgio (0,60 euro al litro) e Francia (0,59 euro). Sul fronte opposto la Bulgaria ha il primato dello Stato delle accise più basse di Europa: 0,36 euro e 0,33 per ogni litro di benzina e diesel, rispettivamente. Circa la metà di quanto rilevato in Italia.

A pesare è il continuo sommarsi di mini aumenti per far fronte a ogni tipo di urgenza o spesa imprevista, dalla guerra di Abissinia del 1935 al disastro del Vajont del 1963 passando per l’alluvione di Firenze (1966) e i terremoti del Belice (1969), del Friuli (1976) e dell’Irpinia (1980). Ora Forza Italia e Fdi chiedono l’eliminazione delle accise per far fronte alla crisi energetica mentre Italia viva sollecita la cancellazione di quelle “dovute a emergenze ormai ampiamente superate come ad esempio la Guerra in Etiopia del ’35 o il disastro del Vajont del ’63”. Per Assoutenti “il Governo deve varare un decreto ad hoc per fermare le speculazioni sui carburanti e frenare l’escalation dei listini alla pompa”.

Sinistra Italiana con il responsabile nazionale economia Giovanni Paglia ricorda però che se “le accise sono certamente un problema”, anche “i tanti, tantissimi miliardi di extraprofitti stimati per le aziende del settore petrolifero non scherzano affatto. È tempo di fare sul serio: tassazione delle compagnie energetiche, blocco delle bollette, voucher benzina per i pendolari, riduzione di Iva e accise. Ora, non fra 6 mesi. Anche perché ad oggi – prosegue l’esponente della segreteria nazionale di SI – è sempre più chiaro: più di tutti paga chi ricco non è”.

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