Da questa notte i pescherecci delle marinerie italiane non usciranno in mare. E sarà così tutta la settimana. La decisione, comunica l’Associazione produttori pesca, è stata presa durante un’assemblea avvenuta a Civitanova Marche (Macerata) e che ha visto i rappresentanti dell’80% delle marinerie italiane: “sciopero generale per tutti. Il caro gasolio non permette più di sostenere l’attività di pesca e il comparto ha deciso di fermarsi. “La protesta è legata a più di una questione” ha detto Francesco Scodella, presidente Associazione armatori Pescara sottolineando che proprio da lui è nata l’idea di cominciare lo sciopero, astenendosi dalla pesca.

“Mercoledì le associazioni di categoria saranno a Roma – ha spiegato Apollinare Lazzari, presidente dell’Associazione produttori pesca di Ancona – per un incontro al ministero. Vediamo se è possibile far entrare il comparto della pesca tra quelli che vedranno un sostegno nel prossimo decreto. Altrimenti continueremo a stare in terra. Così, non possiamo più lavorare: i costi superano di gran lunga i guadagni”. Nelle Marche, regione dove si è tenuta la riunione dei rappresentanti dell’80% delle marinerie italiane, “tutti i pescherecci di San Benedetto del Tronto, Civitanova Marche, Ancona, Fano e Pesaro hanno aderito compatti all’iniziativa. Martedì andranno negli uffici delle Capitanerie di Porto per consegnare i documenti delle imbarcazioni senza sbarcare i marinai (un gesto che gli armatori hanno deciso per non far perdere lo stipendio ai dipendenti, senza perdere le giornate di pesca)”.

“Le barche non usciranno per la pesca da dopo la mezzanotte di domenica per protesta contro l’aumento del costo del gasolio che è la goccia che ha fatto traboccare il vaso – aggiunge Scordella – Il carburante è sempre in aumento. Ora è scoppiata la guerra, ma ci sono davvero tanti altri problemi per tutti i settori che lavorano con l’energia come noi – ha rimarcato Scordella – Noi lavoravamo, dall’inizio della pandemia, con il gasolio a 30 centesimi. Piano piano il costo è aumentato ed è arrivato ad 1 euro e 10 oggi. Più che raddoppiato se non triplicato. Ora le barche più grandi in mare consumano 2.500 euro al giorno rispetto alle mille di prima – ha detto l’armatore ribadendo – Nessuno va in mare da domani notte”. Scordella ha chiarito che venerdì, sabato e domenica i pescatori non possono lavorare, c’è il fermo.

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