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“Vladimir Putin si sta comportando da nazista, come fece Hitler nel 1938-39 con le annessioni dell’Austria e poi dei Sudeti. L’Europa deve fermarlo, a ogni costo“. Questo l’appello lanciato nel corso di un presidio organizzato vicino all’ambasciata russa a Roma, dalla comunità ucraina presente in Italia. Qualche centinaio le persone presenti, tra lavoratori e lavoratrici, studenti e non solo, con tanto di cartelli contro l’invasione russa e l’operazione militare lanciata da Mosca nella notte. E cori contro il presidente russo ‘aggressore’. Ma non solo. La comunità ha anche intonato l’inno ucraino e alcuni canti popolari e partigiani: “Andavano per strada i partigiani, tra le terre ucraine occupate, non libere…”, recita una ragazza, ricordando come siano “parole ancora molto attuali”: “Il fatto che ci sia ancora chi li conosce e le canti per noi significa molto”, rivendica.
“Basta guerra, noi vogliamo la pace, dopo otto anni di aggressioni”, è l’appello rilanciato dalla piazza. E ancora: “Non riesco a credere che tutto questo sia reale, che stanno bombardando il mio Paese. Lì c’è la mia famiglia, i miei amici. Ma io sono preoccupata per tutto il mio popolo“, racconta una ragazza.
“Finalmente l’Ovest ci sta aiutando, anche l’aver bloccato il gasdotto Nord Stream 2 è stata una decisione rilevante”, c’è chi spiega. Ma sulle sanzioni nei confronti di Putin e della Russia altri restano scettici, soprattutto se restassero fuori gas e rete Swift: “Al momento non credo che sia sufficiente per fermare Putin. Ma l’Europa deve aiutarci, Putin si è rivelato per quello che è”. In piazza, accanto a tanti ucraini, c’è anche qualche russo e bielorusso, contrari a Putin e a Lukashenko. In particolare, alcune studentesse russe spingono affinché, nonostante la repressione della polizia e gli arresti, anche a Mosca si continui a protestare contro il governo e contro la guerra: “Dobbiamo far capire che non siamo d’accordo”, spiega un’universitaria. Tra gli ucraini, invece, c’è chi rilancia: “Sono pronta a lottare e combattere fino al resto dei miei giorni per un’Ucraina libera, democratica ed europea“.