L’Alto rappresentante Ue Josep Borrell ha assicurato che nel vertice di stasera l’Ue imporrà “pesanti sanzioni entro 24 ore” contro Mosca. A darne notizia in un tweet è il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, dopo un colloquio con lo stesso Borrell. “Per fermare la brutale invasione di Putin devono essere imposte immediatamente alla Russia severe sanzioni da parte dell’Ue”, aggiunge invitando Borrell “a fare un passo politico e a fornire all’Ucraina una prospettiva europea”. Kuleba “mi ha informato dell’orribile attacco in corso della Russia contro l’Ucraina. Ho espresso il sostegno costante e personale dell’Ue all’Ucraina e al suo popolo”, twitta Borrell.

“Un pacchetto di ulteriori severe sanzioni contro la Russia da parte dell’Ue si sta già avvicinando. Ho discusso di tutti i dettagli con Emmanuel Macron. Chiediamo la disconnessione della Russia da Swift, l’introduzione di una no-fly zone sull’Ucraina e altre misure efficaci per fermare l’aggressore” ha scritto il presidente ucraino Zelensky su twitter. Ma il presidente ucraino rimarrà probabilmente deluso. Per ora Bruxelles non sembra intenzionata a spingere troppo sull’acceleratore, in primo luogo per l’opposizione di Germania, Francia e Italia. Le sanzioni contro Mosca saranno innanzitutto “finanziarie” e “colpiranno settori strategici per l’esercito e la difesa” della Russia, ha spiegato un alto funzionario europeo in vista del vertice dei leader Ue di questa sera. Lo stop alla Russia all’accesso al sistema Swift “è sul tavolo” ma potrebbe anche slittare ad un successivo pacchetto mentre, “al momento” nelle misure a cui sta lavorando Bruxelles “non è incluso il settore energetico”, spiega la stessa fonte. “Una lunga lista” di personalità dovrebbe entrare nell’aggiornamento della black list e anche le “facilitazioni sui visti” potrebbero essere colpite, si spiega. “Dobbiamo imparare la lezione, non si può sempre discutere, bisogna prendere decisioni. E domani sarà già tardi. Dobbiamo prendere sanzioni economiche, finanziarie ed energetiche e dobbiamo allargare il supporto all’Ucraina” ha detto il presidente della Lituania, Gitanas Nauseda, arrivando al vertice europeo.

Gas e Swift sono però le due opzioni potenzialmente più dolorose per Mosca che deve molto del suo budget all’energia venduta all’Europa. Swift (Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication) è la rete internazionale attraverso cui dialogano e trasferiscono denaro oltre 11mila istituzioni finanziarie di 200 paesi. L’esclusione significherebbe per Russia perdere l’accesso principale ai mercati finanziari internazionali paralizzando gli scambi con l’occidente. Eradicazione che avrebbe contraccolpi anche sulle controparti estere. Questa la ragione per cui si esita e per cui Italia, Francia e Austria temono. I tre paesi sono quelli con l’esposizione bancaria più alta verso la Russia, circa 25 miliardi di euro a testa per Roma e Parigi, 17 miliardi per Vienna. Non è un caso che per Intesa Sanpaolo ed Unicredit la giornata di borsa abbia portato cali del 9 e del 13%. Secondo molti osservatori questa mossa avrebbe inoltre l’effetto di spingere Mosca definitivamente nelle braccia della Cina. Sinora i paesi occidentali hanno colpito solo due piccole banche che operano nel Donbass ma che insieme coprono circa il 5% del mercato russo. I più importanti istituti di crediti del paese sono le statali Sberbank (32% del mercato) e Vtb (7%). In Russia Unicredit ha una quota di mercato dell’1,1%, l’austriaca Raiffensbank l’1,3% così come Rosbank controllata dalla francese Société Générale.

Il gas è la linfa dell’economia russa, in questo caso sono la Germania e di nuovo l’Italia a frenare. Entrambi i paesi sono fortemente dipendenti da Mosca per il loro fabbisogno da cui comprano il 40 e il 30% del gas che consumano. Difficile conciliare le posizioni con quanto dichiarato oggi dai capi di governo di Germania ed Italia. “Oggi con i partner della Nato decideremo dure sanzioni ed è bene che ci siamo preparati”. ha detto questa mattina il cancelliere Olaf Scholz aggiungendo che le sanzioni hanno l’obiettivo di dimostrare che la Russia pagherà “un prezzo amaro” per la sua azione. “Si dimostrerà che Putin con la sua guerra ha fatto un grave errore”, ha aggiunto. Su sanzioni dure “l’Italia è totalmente allineata” ha detto questa mattina Mario Draghi. IL presidente del Consiglio italiano è già stato “rimproverato” nei giorni scorsi sulla stampa internazionale per il suo atteggiamento molto morbido nei confronti della Russia.

Nuove misure dalla Gran Bretagna – “I paesi occidentali sono divisi sull’espulsione della Russia dal sistema di pagamenti internazionali Swift che comporterebbe gravi danni al sistema finanziario di Mosca”, scrive oggi il Financial Times secondo cui il premier britannico Boris Johnson starebbe “premendo fortemente” sulla misura mentre il cancelliere tedesco Scholz si sarebbe detto contrario, sottolineando che nemmeno la Ue prenderebbe una decisione simile. Ma Londra e la City , di cui il Financial Times è una sorta di portavoce, sono anche il luogo in cui sono accumulate ricchezze per centinaia di miliardi di euro di oligarchi russi. Tanto che, scrive il Wall Street Journal, “le nuove sanzioni dovrebbero colpire Vladimir Putin la sua mafia nel Cremlino”, svelando “finalmente al mondo e ai russi la ricchezza dei funzionari del Cremlino e degli oligarchi.

La Gran Bretagna ha un obbligo particolare in questo senso considerati gli asset dei russi a Londra”. Johnson ha annunciato oggi che la Gran Bretagna “metterà al bando tutte le banche russe dal mercato finanziario della City così come la compagnia aerea Aeroflot“. Vengono inoltre sanzionati altri 100 fra individui, entità e società russe. Annunciate pure misure per limitare i capitali depositabili da cittadini russi in conti bancari nel Regno. Tra gli individui colpiti c’è Denis Bortnikov, vicepresidente della banca statale russa Vtb e Kirill Shamalov, il più giovane miliardario russo, ex marito della figlia di Putin. Non viene interessata da sanzioni Sberbank, prima banca russa con una quota di mercato di oltre il 30%. La Russia risponderà con “inevitabili atti di rappresaglia” a quelle che definisce le sanzioni “illegittime” dell’Unione europea, ha affermato poco fa il rappresentante permanente di Mosca presso la Ue, Vladimir Chizhov, citato da Interfax, sottolineando di averne informato l’Unione.

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