Italia Viva e Azione, i partiti di Matteo Renzi e Carlo Calenda, avevano corso alle comunali di Roma uniti sotto un solo simbolo. Dopo poco più di cento giorni sembrano già vicini a una scissione. I malumori tra le due anime della lista Calenda, nell’aria fin dall’insediamento, sono precipitati nella tarda serata di martedì: il casus belli è stata l’elezione dei presidenti delle commissioni speciali Expo 2030 e Giubileo 2025, che spettano alle opposizioni. La prima era stata promessa dal sindaco Roberto Gualtieri al Movimento 5 Stelle, la seconda alla lista Calenda. Per la commissione Expo i grillini hanno indicato l’ex sindaca Virginia Raggi, nome mal digerito anche dal Pd dopo anni di polemiche contro la sua amministrazione. Per la Giubileo, invece, la lista Calenda ha proposto Dario Nanni di Azione: scelta che non è piaciuta ai renziani, tanto che i due consiglieri di Iv, Valerio Casini e Francesca Leoncini, non si sono presentati alle votazioni e sono stati sostituiti dai colleghi di Azione, Nanni e Flavia De Gregorio.

Così Raggi e Nanni vengono eletti all’unanimità: la prima con 11 voti su 12 (è la stessa ex sindaca ad astenersi), il secondo con 12 su 12. Poche ore dopo, però, da Italia viva arriva un comunicato stampa al vetriolo: “La decisione di assegnare la presidenza della commissione speciale Expo 2030 all’ex sindaca Virginia Raggi è semplicemente folle: non solo per l’inadeguatezza e la conclamata incompetenza di cui ha dato prova nel proprio mandato da sindaca, ma anche perché le sue posizioni no vax sono inaccettabili in un momento in cui le istituzioni sono impegnate in un grande sforzo collettivo per uscire dalla pandemia attraverso la campagna vaccinale”, scrivono Casini e Leoncini. Parole dietro le quali si cela, però, uno scontro interno alla lista che ha riguarda l’altra poltrona, quella della commissione Giubileo. “È stato molto triste essere tenuti completamente all’oscuro di un accordo che ha coinvolto anche la lista Calenda e scoprire di essere stati assegnati alla commissione Expo dalla stessa lista senza che nessuno ci avesse informato“, si legge. “Evidentemente qualcuno aveva fatto i conti senza l’oste. Legittimo accordarsi per ottenere la poltrona di presidente della commissione Giubileo per un esponente di Azione. Inaccettabile invece votare per la candidata sindaca contro la quale ci si è candidati e che ci si è impegnati davanti ai romani a non sostenere in nessun caso”.

Lo scontro in un attimo si trasferisce sui social network. Flavia De Gregorio, capogruppo della civica, risponde a Casini: “Insinuare che il voto per il presidente di commissione, che spetta al M5s, sia un inciucio è un mezzuccio da M5s per l’appunto, che scredita l’operato di tutti. Nessuno, come ben sai, ha fatto opposizione più dura a Raggi di Carlo Calenda, quindi grande coerenza”. Calenda la difende: “Flavia, fai bene a spiegare in modo trasparente la procedura. Ma come sappiamo benissimo, ed è giusto riferirlo visto che il problema è stato sollevato da loro, l’unica ragione di tutta questa cagnara è che Casini voleva fare il presidente di commissione al posto di Nanni. Fine”.

A quel punto dai vertici di Italia viva interviene Luciano Nobili: “Carlo, a chi interessano le poltrone è facilmente dimostrato dai fatti: le hai prese tutte tu“. Nobili allude ai ruoli di capogruppo (per cui Azione ha imposto De Gregorio, facendo pesare il consigliere in più, tre contro due) e alle vicepresidenze in quota opposizione delle commissioni permanenti: due sono andate a Italia viva, Bilancio e Commercio, due ad Azione, Turismo e Pari opportunità. “Ma non è questo il punto”, prosegue. “Il punto è che i consiglieri di Italia viva si sono rifiutati di votare la Raggi a guida della commissione Expo, quelli di Azione invece l’hanno votata. Perché?”. “Luciano – replica stizzito Calenda – mi hai chiesto di mettere Casini alla presidenza della Giubileo ovviamente votando la Raggi a Expo, essendo un accordo complessivo. Ti ho detto di no. Avete montato questa indegna sceneggiata contro Flavia. Questi giochini fateli con Mastella. Circolare“. Una chiosa che suona già come un invito ai due consiglieri a spostarsi nel gruppo Misto.

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