La signora è elegante e determinata. Affonda lo sguardo nei tre tagli di tela di Fontana. Inconfondibili. Color verde smeraldo, come le gioie che pendano dai lobi. Inconfondibili anche loro. Pochi secondi di full immersion di ItaliaMania, l’attesissima mostra che ha inaugurato la prima Biennale di Saanen, un borgo medievale a un chilometro e mezzo da Gstaad, felice eremo di billionaires. La dama si rivolge a Fabio Bechelli, raffinatissimo curatore fiorentino, e con la stessa nonchalance con la quale comprerebbe la borsa Louis Vuitton NeverFull. Che non si riempie mai come i capricci di una miliardaria. Il desiderio una volta saziato si rinnova in un altro desiderio. “Prendo il Fontana”. La cifra, una fila di zeri, è top secret.
Proprio come sul palco di Sanremo dove si sono alternati vecchie glorie e giovanissimi, anche nello spazio multifunzionale “Door49”, monumenti all’arte e under thirty. Fra un decoupage di Mimmo Rotella, un monocromo di Ettore Spalletti, una composizione in oro di Fausto Melotti e un Francesco Vezzoli, scegliere non saprei. ItaliaMania porta la firma anche del gallerista fiorentino Riccardo Bacarelli, invitato alle Biennali di mezzo mondo.

Time travel through italian art (il tempo viaggia attraverso l’arte Made in Italy) perché la dimensione temporale è relativa. Così la interpreta il maestro Massimo Listri, due metri per due di imponente foto rinascimentale. Che ben sposa il vaso in vetro di Murano di Anna Mari.
Tra i giovanissime sul “palco” di Saanen Pietro Franceschini, Tancredi di Carcaci, Caterina Licitra Ponti, nipotissima di Giò Ponti. Caterina ha studiato scienze politiche per fare l’ambasciatore, poi il richiamo del dna è stato più forte. E ha incominciato a disegnare mobili, proprio come faceva il bisnonno. Ponti già un global archistar (assai prima dell’invenzione dell’inflazionato termine mediatico) ha costruito il Pirellone, Torre Branca, il Denver Museum negli USA, Villa Planchart a Caracas, Villa Namazee a Tehran e Villa Daniel a Hong Kong ecc. ecc.

Il concetto di nomadismo culturale di Caterina parte da lì e si chiama The Lux Room, la sede fisica sarà a Singapore, i pop up sparsi tra la prossima Design Week, Art Basel e Biennale di Venezia. La Lux Room è una piattaforma virtuale per opere digitali (i famigerati NFT ancora di nebulosa comprensione).
L’arte del mio cuscino. Tutta sostenibile la sua collezione di Art Pillow, federe, lenzuola e tovaglioli di lino e cotone, con pennate di disegni un po’ dada ispirati a Jean Cocteau. Finiti ad arredare le case di Madonna e Hailey Bieber, la moglie di Justin.

In esclusiva per loro, le riccone, il fatto su misura di Ermanno Scervino che apre il suo primo atelier sulla Promenade di Gstaad fa status, fa Made in Italy mania. Si prendono le misure qui, le sarte artigiane lo realizzano a Firenze. Cosa c’entrano Zucchero e Emanuele di Savoia, che sono un po’ come il diavolo e l’acqua santa, attovagliati al Post Rossli di Gstaad, il vecchio ristorante dove un tempo si abbeveravano cavalli e cocchieri. Adesso vin brulè per popstar e principi/pop.

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