Una donna americana ha ricevuto un trattamento sperimentale contro l’Aids che apre la strada a nuove speranze per molti altri malati. La notizia è stata data alla conferenza in corso a Denver in Colorado proprio su ‘I retrovirus e le infezioni opportunistiche’. Si tratta della terza persona al mondo e della prima donna ad essere stata curata dall’infezione con il virus Hiv. La terapia testata con successo sulla paziente utilizza un metodo di trapianto di sangue del cordone ombelicale neonatale e successivamente di cellule staminali adulte: il team della Weill Cornell, infatti, ha identificato proprio nel sangue del cordone ombelicale di un neonato una anomalia genetica che lo rendeva resistente al virus Hiv e ne ha utilizzato le cellule per il trapianto.

L’intervento è stato eseguito nel 2017. La paziente ha preso farmaci anti-rigetto e antivirali per 37 mesi, dopo i quali ha sospeso ogni terapia. Ad oggi, 14 mesi dopo, non c’è traccia di virus Hiv nel suo sangue. Il sangue dei cordoni ombelicali è molto più facilmente disponibile delle cellule staminali usualmente impiegate per i trapianti di midollo spinale per le quali è molto più difficile trovare un ‘match’. Gli altri unici due pazienti mai curati dal virus dell’Aids – “Il paziente di Berlino” Timothy Ray Brown e Adam Castillejo, “Il paziente di Londra” – avevano entrambi ricevuto trapianti di cellule staminali adulte da donatori con la mutazione genica resistente all’Aids. La malata è stata soprannominata “la paziente di New York” (il primo paziente curato dalla Aids venne soprannominato “il paziente di Berlino”) perché trattata al New York-Presbyterian Weill Cornell Medical Center in New York City.

Timothy Ray Brown era affetto da Aids dal 1995. Nel 2007 gli viene diagnosticata anche una leucemia mieloide acuta: è a questo punto che il medico Gero Hutter dell’Università di Berlino utilizza un trapianto di cellule staminali da un donatore con una rara mutazione genetica chiamata gene Ccr5 che porta con sé una resistenza naturale all’immunodeficenza. Dopo due trapianti, nel 2008 Timothy guarisce da entrambe le malattie e non dovrà più essere sottoposto alla terapia antiretrovirale. A fine settembre 2020 arriva la notizia della sua morte a causa di una recidiva da leucemia. La notizia della sua morte stata data dalla Società internazionale sull’Aids, che aveva precisato come Ray Brown “era rimasto immune al virus dell’Hiv”. Adam Castillejo, venezuelano di nascita e londinese di adozione, ha scoperto di essere sieropositivo nel 2003. Nel 2011, quando era sotto terapia antiretrovirale, ha scoperto di avere un linfoma, un tipo di tumore che può guarire con un trapianto di midollo: a fine 2016 gli è stato trapiantato il midollo di un donatore che aveva una rara mutazione del Dna che protegge dal virus. Castillejo ha continuato la terapia antiretrovirale per 16 mesi: poi l’ha interrotta. A marzo 2019, dopo 19 mesi dalla sospensione, i test eseguiti sul paziente non avevano evidenziato alcuna carica virale.

Articolo Precedente

Covid, “la carica virale nei vaccinati è più bassa ed eliminano prima il virus rispetto ai non vaccinati”

next
Articolo Successivo

SpaceX, l’animazione da fantascienza racconta come andremo su Marte – Video

next