Lo scorso 10 febbraio Roberta Carassai e Roberto Venturelli, genitori di Alessandro Venturelli scomparso dalla sua casa di Sassuolo dal 5 dicembre 2020, sono nuovamente intervenuti in una diretta Instagram su @_conoscere e hanno raccontato questi lunghi mesi di angoscia e speranze spesso disattese dopo aver scoperto che gli avvistamenti di Avezzano, Padova e Genova purtroppo non hanno portato al ritrovamento del loro amato figlio.

Il papà e la mamma di Alle, come viene chiamato in famiglia e dagli amici più stretti, sono sempre stati convinti che non si sia trattato di un allontanamento volontario per le modalità, descritte in questo blog, con cui il 22enne ha deciso di allontanarsi da casa in pieno giorno e alla presenza dei genitori quando in realtà, se avesse voluto prendersi del tempo per stare da solo, avrebbe potuto scegliere qualsiasi altro momento in cui Roberto e Roberta erano assenti. Il litigio con la mamma e la fuga davanti al padre che ha cercato invano di trattenerlo in una giornata fredda e piovosa hanno sempre fatto propendere i genitori per l’ipotesi della presenza di qualcuno che lo aspettava in un’auto poco lontano dall’abitazione e che avrebbe fatto perdere le tracce del ragazzo in una manciata di minuti.

Il fatto che Alessandro negli ultimi dieci giorni si comportasse in modo strano, raccontasse alla mamma di sentirsi manipolato, annotasse i numeri di targa di due auto, un Doblò Fiat grigio e una Bmw bianca, che passavano costantemente davanti a casa, raccomandasse a Roberta di fare attenzione e di guardarsi le spalle quando usciva di casa senza però dare ulteriori spiegazioni, ha portato i genitori a spingere affinché le indagini, inizialmente aperte per allontanamento volontario, passassero nelle mani della squadra mobile di Modena che dallo scorso marzo ha aperto un fascicolo per sequestro di persona.

La psicologa Lorita Tinelli, esperta di psico-sette presente alla diretta, ha corroborato il sospetto dei genitori spiegando che l’ipotesi che Alessandro abbia subito una sorta di lavaggio del cervello e sia entrato nella rete di un gruppo motivazionale che potrebbe averlo spinto ad allontanarsi dalla famiglia è tutt’altro che infondata. Un particolare non trascurabile è dato dal fatto che quando il giovane è fuggito da casa non ha portato con sé cellulari, vestiti o altri effetti personali ma un libro che stava leggendo da un po’ di tempo e che raccontava come ottenere successo e felicità solo ed esclusivamente attraverso il potere e l’allenamento della mente.

Un altro aneddoto che la mamma di Alessandro ha confidato alla sottoscritta e al direttore del blog Michele Belfiore riguarda una stalker che da tempo sta perseguitando telefonicamente Roberta Carassai attraverso pesanti insulti e minacce reiterate nel corso della giornata. La mamma di Alle ha provveduto a sporgere denuncia verso questa persona che chiama da un numero sconosciuto e ci si augura che gli inquirenti possano rintracciarla al più presto, perché se è vero che potrebbe trattarsi di una mitomane estranea alla scomparsa del giovane, non è nemmeno da scartare l’ipotesi ventilata dalla dottoressa Tinelli di una potenziale adepta di una setta motivazionale con la quale Alessandro potrebbe essere entrato in contatto.

I genitori di Alessandro si sono rivolti anche ai social come Facebook e Instagram per la ricerca del loro figlio perché fondamentale è il contributo di tutti i mezzi di comunicazione nel ritrovamento delle persone scomparse. Proprio su iniziativa di Michele Belfiore nasce la mobilitazione della squadra di calcio del Sassuolo che domenica 13 febbraio, prima della partita con la Roma, proietterà sul mega schermo una foto di Alessandro e farà un appello per sensibilizzare l’opinione pubblica nella ricerca del giovane che manca da casa da più di un anno. L’allenatore e il capitano hanno invitato allo stadio Alle, tifoso del Sassuolo, per tirare insieme qualche calcio al pallone e hanno mostrato la maglia numero dieci con il suo nome stampato sopra provocando una grande commozione nei genitori, che sono convinti che il loro ragazzo sia vivo e non hanno mai perso la speranza di riabbracciarlo. Noi siamo con loro e gli forniamo, con i social e con questo blog, tutto il supporto di cui hanno bisogno in un momento tanto difficile.

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