Draghi ha detto che è il nonno al servizio del Paese. Adesso mi pare che voglia un Paese al servizio del nonno e che abbia scambiato l’ordine dei fattori. La Costituzione dice che è il presidente della Repubblica a nominare il presidente del Consiglio. Io invece ho l’impressione che lui sia un presidente del Consiglio che vuole scegliere il presidente della Repubblica. Sono cose che non stanno né in cielo, né in terra”. Sono le parole del direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, che, nel corso di “Otto e mezzo” (La7), esprime critiche caustiche nei confronti del presidente del Consiglio Mario Draghi, sottolineando: “Se non ci fosse stato lui a Palazzo Chigi ma qualcun altro, gli avrebbero detto di leggersi quel piccolo libricino che si chiama Carta Costituzionale. Sinceramente non immaginavo che Draghi arrivasse fino a questo punto. L’ho paragonato a Schettino, perché i partiti gli dicono di restare a bordo e lui vuole scappare, tanto più in una situazione come questa“.

Travaglio elenca le “leggende metropolitane” che si stanno susseguendo in questi giorni: “Innanzitutto, si racconta che si sta perdendo tempo. Non si sta perdendo nessun tempo, perché le prime 3 giornate sono dedicate ai 3 scrutini che richiedono i 2/3 . Cara grazia se riusciranno a ottenere 50+1, quindi finché non si arriva alla quarta chiama, non si sta perdendo tempo. Si sta facendo – spiega – quello che è successo 10 volte su 12 nelle precedenti elezioni presidenziali. Se c’è stallo, lo vedremo dalla quarta chiama. Se c’è stato stallo finora, è perché irritualmente, contro le regole, contro i numeri, prima Berlusconi e poi Draghi si sono candidati al Colle e al momento non ce l’hanno fatta. Poi se lo stallo continua fino ai prossimi 10 giorni, è chiaro che Draghi può tornare in corsa”.

Il direttore del Fatto osserva: “L’altra leggenda metropolitana, inventata per portare Draghi al Quirinale, è quella secondo cui la maggioranza del presidente della Repubblica è uguale alla maggioranza del governo. Un governo può stare tranquillamente in carica, anche se il presidente della Repubblica viene eletto con un’altra maggioranza, tant’è che la Costituzione prevede che i presidenti della Repubblica siano eletti in tempi sfasati rispetto a quelli dei governi, proprio perché i due piani non devono mai incontrarsi. Questa maggioranza è stata affidata a Draghi, perché governasse fino alla fine della legislatura, ci portasse fuori dalla pandemia e portasse avanti il Pnrr. Oggi – aggiunge – abbiamo 468 morti. Io mi domando: con quale irresponsabilità il presidente del Consiglio sta picconando il suo governo, la sua immagine e il suo Paese in nome di un’ambizione personale? Persino i suoi amici dell’Economist, che rappresentano i mitici mercati, definiscono nociva la sua candidatura al Colle, perché lo avevano scambiato per lo stabilizzatore dell’Italia e ora scoprono che per ambizione personale sta diventando il destabilizzatore dell’Italia, visto che non si tira da parte e non pensa a governare“.

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