L’ultimo avvelenamento dei pozzi ha deciso di colpire le associazioni di raccolta del sangue, già in difficoltà negli ultimi mesi a causa della carenza di medici nelle giornate di prelievo e da qualche settimana per l’esplosione della variante Omicron. Una situazione complicata di fronte alla quale i No Vax non hanno esistato a scatenare una raffica di fake news, tanto da costringere l’Avis a intervenire per smentire le bufale in circolazione nelle chat e nei gruppi di chi ha deciso di non aderire alla campagna vaccinale. Messaggi deliranti, totalmente inventati, e l’invito a disertare le donazioni per mandare in “crisi il sistema” al fine di spingere il governo alla revoca dell’obbligo di Green pass e obbligo vaccinale per gli over 50. La circolazione delle fake news va avanti da tempo e si è intensificata nuovamente negli ultimi giorni, proprio quando il Centro nazionale sangue ha lanciato l’allarme per la carenza della raccolta a causa dell’ondata di Omicron che ha ristretto il campo di donatori e operatori disponibili.

In una chat di No Vax complottisti girano messaggi di questo tenore, accompagnati dal logo di Avis: Presto quasi tutti i vaccinati avranno bisogno di sangue di persone non vaccinate. E questo perché il sangue dei vaccinati avrà problemi di trombi e alterazioni sia dei globuli rossi, e bianchi, dei granulociti e alterazioni della viscosità. Ci sono già tutti i dati da analisi mediche”. Uno scenario totalmente inventato che viene corroborato da un invito: “Se tutte le persone non vaccinate appartenenti all’Avis smetteranno subito di donare il sangue vedrete che prima o poi il governo e il sistema sanitario crolleranno e saranno costretti ad ammettere la verità e a fermare questa dittatura nazista in atto”.

In un altro gruppo di No Vax è stata creata una card intitolata: “Appendiamo l’ago al chiodo”. Il contenuto è un delirante “appello ai donatori di sangue non sierati”, affinché si rifiutino di “donare finché non verrà ripristinato lo stato di diritto in Italia. Fallo sapere al tuo centro donazione di riferimento”. E ancora si ipotizza che le associazioni di donatori rivendano le sacche di non vaccinati che hanno donato perché “farebbero affari d’oro” poiché, avendo un No Vax una più alta probabilità di essersi contagiato, avrebbe sviluppato plasma iperimmune, quindi utilizzabile “per la cura del Covid”.

C’è poi una vasta gamma di aneddoti al limite del surreale postati da account anonimi: “Volevo mettervi al corrente di un’informazione ricevuta da una mia amica infermiera che lavora in Avis – si legge in un post – Pare che ci sia stata un’impennata di sacche di sangue buttate in seguito alla formazione di coaguli. Dal momento che chi ha fatto la vaccinazione per il Covid può serenamente donare, il sospetto che ci possa essere una correlazione è forte”. Una bufala, quella sulla coagulazione, che a giugno era stata rilanciata anche dall’attore Enrico Montesano, convinto No Vax. E ancora: “Amica infermiera, da poco rientrata al lavoro dopo la sospensione, mi racconta di prelievi difficilissimi: ‘Il sangue dei triplodosati è maionese nera’. Saranno cazzi, sì loro”.

Si tratta di “informazioni destabilizzanti”, dice il presidente nazionale di Avis Gianpietro Briola, primario del pronto soccorso dell’ospedale di Manerbio, nel Bresciano. Dal sangue dei vaccinati che coagulerebbe passando per la scarsa qualità degli emocomponenti di chi ha ricevuto la terza dose o, peggio ancora, le insinuazioni secondo cui l’associazione richiederebbe solo il sangue di chi non è in possesso del Green Pass, le fake news rischiano di “ostacolare e rallentare ciò che invece è davvero importante: assicurare scorte di sangue e plasma per consentire agli ospedali di proseguire nelle loro regolari attività senza dover rinviare terapie e interventi salvavita”, ricorda l’Avis. “Più volte abbiamo ribadito la necessità di reperire informazioni solo attraverso i canali ufficiali, come il nostro sito o quello del ministero della Salute – continua Briola – Il Covid non può essere trasmesso per via trasfusionale e nessuno nei centri trasfusionali e nelle nostre unità di raccolta ha mai segnalato episodi differenti o, peggio ancora, di sangue donato da persone vaccinate che si sarebbe coagulato”.

Nessun fondamento, aggiunge, anche riguardo alla presunta richiesta di sangue dei non vaccinati perché più sicuro: “Un’informazione che non ha alcun fondamento e nasce da un’errata interpretazione di una circolare del ministero della Salute con cui si è stabilito che non vi è obbligo di Green pass per accedere alle strutture di raccolta. Una decisione assunta in quanto i donatori si recano nei servizi trasfusionali per sottoporsi a una prestazione sanitaria, peraltro dopo aver seguito un triage telefonico finalizzato a conoscere in modo approfondito le attività svolte negli ultimi giorni”. Briola ricorda che la raccolta del sangue sta già attraversando un momento “delicato” perché la variante Omicron “sta generando nuovi contagi e difficoltà al sistema trasfusionale” con carenze in diverse regioni italiane e cinque aree che hanno già dovuto ricorso al sistema di compensazione interregionale. Con una raccolta in calo del 37% da inizio gennaio, aveva spiegato il Centro nazionale sangue, si fa concreto il rischio di dover rinviare interventi di chirurgia elettiva. “Diffondere false informazioni – conclude – è pericoloso e destabilizzante per la salute e la sicurezza dell’intero Paese”.

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