Nelle prime ore del mattino del 24 dicembre, un traghetto a tre piani, l’Obhijan, ha preso fuoco lungo il corso del fiume Sugandha, nel sud del Bangladesh, a 250 chilometri dalla capitale Dacca. “Abbiamo recuperato finora 39 corpi. Il bilancio potrebbe salire ancora: molti sono morti nell’incendio, altri sono annegati perché tanti si sono tuffati nel fiume”, ha dichiarato ai media locali Moinul Islam, capo della polizia di Jhalokathi, cittadina del Bangladesh. Dalle prime notizie, sembra che l’imbarcazione fosse tarata per un massimo di 310 passeggeri ma che ne siano saliti a bordo almeno 500.

Ha preso fuoco nel mezzo del fiume“, conferma il capo della polizia annunciando che il numero delle vittime potrebbe salire durante la giornata. Infatti molti passeggeri, terrorizzati dall’incendio, si sono lanciati in acqua per evitare le fiamme, pur non sapendo nuotare. L’incidente è l’ultimo di una serie di disastri simili nel Paese, pianeggiante situato intorno a un delta formato da molti fiumi, per cui i traghetti sono tra i mezzi di spostamento più utilizzati. Sono tanti gli esperti del paese dell’Asia meridionale da 170 milioni di abitanti che criticano la mancanza di manutenzione, gli standard di sicurezza pressoché inesistenti e la saturazione dei traghetti.

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