Il mutuo è spesso una tappa obbligata per chi si trova ad acquistare la sua prima abitazione. E non è così raro che si decida di chiudere il finanziamento in anticipo, così da liberarsi prima del tempo dalla scadenza mensile delle rate. La pratica di interrompere il mutuo prima del previsto è appunto la cosiddetta estinzione: un recente approfondimento del Magazine ufficiale di Immobiliare.it ha esaminato quali siano le casistiche più comuni, gli eventuali costi che si possono celare dietro l’operazione e quando effettivamente conviene.

Estinzione parziale o totale: la differenza

L’estinzione del mutuo può essere totale o parziale. Nel primo caso si restituisce alla banca tutto l’importo del capitale che ancora resta da pagare. Nel secondo caso invece si prevede la restituzione solo di una parte del capitale residuo.

In questa ultima ipotesi va specificato che restituendo alla banca una determinata somma, non diminuisce la durata del mutuo, che resta appunto sempre costante, ma si va a incidere sulla rata mensile, che naturalmente risulterà più leggera.

Inoltre va ricordato che con il cosiddetto decreto Bersani, la banca non può applicare alcuna penale o commissione per l’estinzione anticipata dei mutui che sono stati accesi dopo il 2 aprile 2007.

La convenienza di un’estinzione anticipata

Prima di procedere con l’estinzione del mutuo, è sempre opportuno farsi preparare dalla banca un prospetto sul nuovo piano di ammortamento che verrà rilasciato, nel caso di estinzione parziale. Inoltre resta fortemente consigliato rivolgersi anche a un consulente, che in base al reddito famigliare e alla solidità finanziaria del nucleo saprà valutare se l’operazione di estinzione anticipata è davvero vantaggiosa. Potrebbe infatti essere meglio tenersi la liquidità disponibile e o magari investirla in altri strumenti finanziari.

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