“Quello che abbiamo vissuto in queste ore è stato un agguato contro il Terzo Settore, inaccettabile prima di tutto da un punto di vista politico. Ora il rinvio al 2024 dell’introduzione dell’Iva obbligatoria per il mondo del volontariato, del non profit e dell’associazionismo non basta, la norma va abrogata. E serve subito un tavolo con i ministeri competenti per una riforma che attendiamo da anni”. A rivendicarlo Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum Terzo Settore, nel corso di una conferenza online, commentando la proroga di due anni della norma introdotta con l’ultimo decreto fiscale.
Nel corso della notte, tra gli emendamenti alla manovra esaminati alla riunione di maggioranza, era stata infatti accolta una modifica che sterilizza per due anni la normativa che prevede il passaggio per le le associazioni non profit da un regime di esclusione dell’imposta a uno di esenzione per i servizi prestati e i beni ceduti dagli enti nei confronti dei propri soci. Tradotto, sarebbe necessaria l’apertura della partita Iva e la giustificazione del diritto a essere esentati dall’imposta, entrando in un sistema di rendicontazione che comporta costi di tenuta di contabilità Iva e adempimenti burocratici spesso difficili da sostenere per piccole realtà senza fini di lucro.
Il parziale dietrofront adesso non soddisfa del tutto il Forum del Terzo settore, che nelle ultime settimane aveva lanciato un appello al governo Draghi per cancellare le novità normative: “L’introduzione dell’Iva, che non doveva essere nemmeno inserita, è frutto di mesi di trattative mancate con il ministero dell’Economia e delle Finanze”. Tutto mentre, aggiunge Pallucchi, “aspettiamo ancora la norma fiscale. C’è stato uno schieramento molto forte da parte del nostro mondo, soprattutto nel tentativo di non perdere quella solidarietà che è un made in Italy fatto di infrastrutturazione territoriale di organizzazioni e associazioni di base”.
Un mondo, è stato ricordato nel corso della conferenza, costituito da “360 mila enti non profit, di cui ben 308 mila associazioni e circa sei milioni di volontari, che avrebbe avvertito il peso di questo provvedimento”. Ma non c’è soltanto il nodo Iva. “Un altro paradosso è che è stato aperto il registro unico del terzo settore, dove gli enti si dovrebbero iscrivere, ma senza la norma fiscale gli enti non sanno quale forma darsi rispetto alle proprie attività. Ci troviamo in un guado dal quale il Terzo settore deve assolutamente uscire”.
Così, l’appello rivolto all’esecutivo e alla forze parlamentari è quello di lavorare affinché non soltanto venga abrogata la norma delle partite Iva, ma per “utilizzare il rinvio di due anni per aprire, non fra tre mesi ma subito, un tavolo di confronto che veda il Forum del Terzo settore, il ministero dell’Economia e quello del Lavoro insieme per decidere la definizione di tutta la materia fiscale, compresa l’Irap. Perché tutti gli enti saranno adesso saranno esenti, esclusi quelli del Terzo settore. Quindi un’altra volta la solidarietà che viene tassata e questo lo riteniamo un atto grave da un punto di vista politico, prima che tecnico”.
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