Un focolaio in una residenza universitaria alla periferia Sud di Milano è “altamente sospettato d’essere stato innescato da Omicron“. È quanto riferisce Il Giorno, spiegando poi che ci sarebbero almeno sei positivi al coronavirus tra gli ospiti dello studentato che fa capo a un ateneo milanese, oltre a un paio di studenti esterni che avrebbero partecipato con loro a una festa, in attesa di conferma della variante. Non sarebbe originato dalla variante Omicron, invece, il focolaio nella struttura universitaria della Statale “Campus Martinitt“, in via Riccardo Pitteri. Attualmente, su 183 ospiti presenti, sono 35 gli studenti positivi confermati dall’ateneo milanese. La Statale precisa che “sono tutti vaccinati con doppia dose e non presentano, al momento, sintomi gravi”. “Tutti gli ospiti stanno provvedendo ad effettuare il tampone – prosegue – e la sanificazione delle parti comuni all’interno della struttura universitaria viene effettuata tre volte al giorno”. A quanto risulta a ilfattoquotidiano.it gli studenti attualmente positivi nella residenza Martinitt sarebbero però molti di più, “almeno una sessantina“. Inoltre, gli studenti riferiscono che nessun tipo di tracciamento o verifica con tamponi molecolari PCR sia stata fatta da parte delle autorità sanitarie o dall’università e che anzi si sono dovuti rivolgere a privati o farmacie per poter effettuare i controlli con test rapidi.

Secondo gli ultimi dati sono salite a 84 le sequenze della variante Omicron analizzate e depositate nella piattaforma ICoGen, che riceve le segnalazioni della rete di oltre 70 laboratori regionali coordinata dall’Istituto superiore di sanità (Iss). La maggior parte delle segnalazioni (aggiornate alle ore 9 del 18/12) è arrivata da Lombardia (33) e Campania (20), mentre in generale la variante è segnalata in 13 regioni (Lazio 8, Puglia 7, Veneto 5, Piemonte e Emilia Romagna 2, Abruzzo, Calabria, Liguria, Sardegna, Sicilia, Toscana 1) e 1 PA (Bolzano,1). Secondo uno studio dell‘Imperial College di Londra la mutazione, rilevata per la prima volta in Sudafrica, avrebbe una capacità di reinfezione 5,4 volte maggiore di quella della variante Delta. L’Oms ha anche parlato di trasmissione comunitaria documentata, con un tempo di raddoppio da 1,5 a 3 giorni. La nuova variante del Covid si sta diffondendo rapidamente nei Paesi con alti livelli di immunità della popolazione, ma non è chiaro se ciò sia dovuto alla capacità del virus di eludere l’immunità, alla sua maggiore trasmissibilità o a una combinazione di entrambi, ha affermato l’Oms in un aggiornamento sulla pandemia.

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