“È possibile fin d’ora, affermare che l’esplosione sia stata prodotta da una ‘bolla’ o ‘camera’ di metano innescata da una casuale scintilla“. A fare chiarezza, in maniera ufficiale sulle cause dell’inferno di via Trilussa a Ravanusa è il procuratore capo di Agrigento Luigi Patronaggio, che tira le somme delle indagini a una settimana dalla tragedia in cui nove persone hanno perso la vita per il crollo di una palazzina avvenuto a causa di una fuga di gas. L’inchiesta per la strage avvenuta è, al momento, a carico di ignoti: la Procura indaga per omicidio colposo plurimo e disastro colposo. “Gli unici avvisi sono stati notificati alle parti offese in relazione agli atti irripetibili effettuati”, spiega il magistrato. “Si sta cercando di ricostruire la dinamica dell’esplosione e del successivo propagarsi della ‘palla di fuoco’ e dell’onda d’urto – dice Patronaggio -. Viceversa, sul come e sul perché si sia creata la ‘bolla’ , e perfino sul punto esatto dove la stessa si sia creata (al momento localizzata al di sotto o in adiacenza della abitazione del civico n. 65 di via Trilussa), permangono dubbi che saranno sciolti dalle investigazioni tecniche e di polizia giudiziaria in corso e di cui si darà successivamente notizia se ed in quanto ostensibili”.

“La complessità delle indagini ha comportato la necessità di creare un pool di magistrati all’interno dell’Ufficio con il compito di dirigere le indagini preliminari e coordinare i numerosi tecnici incaricati di coadiuvare gli stessi magistrati. Il pool”, coordinato da Patronaggio, “è costituito anche dal Procuratore Aggiunto Salvatore Vella e dai Sostituti Chiara Bisso e Sara Varazi. Dopo la messa in sicurezza del quadrilatero interessato all’esplosione di circa 10.000 metri quadrati, sono stati acquisiti filmati di video camere di sorveglianza, mappe di rete e mappe geologiche dei luoghi. Va, infatti, rilevato che il territorio di Ravanusa è classificato a rischio geologico medio-alto”.

Nel corso dei diversi sopralluoghi, e da ultimo del sopralluogo collegiale del 17 dicembre “sono stati repertati, per le successive analisi, diversi ed etoregenei materiali rinvenuti sul luogo del disastro“, dice ancora il procuratore Patronaggio. “Le indagini strettamente di polizia giudiziaria sono state affidate al Nucleo operativo dei Carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento, comandato dal Maggiore Luigi Balestra , e al Nucleo Investigativo Antincendio di Palermo comandato dall’ingegner Pedone”.

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