Nell’ultima giornata di campagna elettorale ufficiale, la morte a 99 anni di Lucia Hiriart, vedova Pinochet, ha fatto irruzione nell’attualità politica, resuscitando sentimenti mai sopiti. Prima centinaia, poi migliaia di giovani si sono radunati in piazza Italia/piazza de la Dignidad, epicentro delle proteste dell’estallido social dall’ottobre 2019, e hanno festeggiato cantando “se muriò, la vieja se muriò“. Anche alla grande manifestazione finale per il candidato progressista Gabriel Boric – che sfida al ballottaggio il candidato della destra radicale Jose Antonio Kast – si è fatto sentire il festeggiamento grottesco e beffardo, segno di quanto sia ancora viva la memoria e l’ostilità alla dittatura militare.

Ovviamente non è stato sbeffeggiante il linguaggio di Boric che ha dichiarato: “Lucia Hiriart muore nell’impunità, nonostante la profonda sofferenza e divisone che causò al nostro Paese. Rispetto innanzitutto le vittime della dittatura di cui fu parte. Non celebro né l’impunità né la morte, lavoriamo per la giustizia e la vita degna, senza cadere in provocazioni né in violenze”. La dichiarazione mette le mani avanti rispetto a possibili incidenti coi Carabinieri, ma sottolinea anche il ruolo importante, non di semplice moglie, che Lucia Hiriart ha avuto nella dittatura. Quando parla di impunità si riferisce ai procedimenti giudiziari tardivi e incompiuti per malaffari e appropriazione indebita di grandi dimensioni. In particolare nel 2007 fu arrestata, ma immediatamente ricoverata all’ospedale militare e poi rilasciata. Il processo, mai arrivato a termine, ea per malversazione di fondi pubblici: 20 milioni di dollari.

Più complessa la dichiarazione di Jose Antonio Kast che solo pochi anni fa diceva: “Se Pinochet fosse vivo voterebbe per me”. Ora dice che non bisogna fare di questa morte un fatto politico, che è brutto che ci sia gente che festeggia la morte di una persona, che i funerali saranno in forma privata e non ci andrà perché si va ai funerali privati delle persone che si conoscono e lui personalmente non la conosceva. Del resto – continua Kast – queste considerazioni sulla morte di Lucia Hiriart “non riparano il dolore né delle persone che soffrirono sotto il governo di Pinochet né di quelle che soffrirono sotto il governo di Salvador Allende“. Il fratello maggiore di Kast era stato un importante ministro di Pinochet e lo stesso Jose Antonio aveva iniziato la sua carriera politica in quel periodo.

L’evento finale della campagna di Gabriel Boric al parque Almagro è stato un raduno di decine di migliaia di persone, la più affollata manifestazione politico-elettorale degli ultimi anni. In un’atmosfera entusiasta e combattiva, e con tutte le mascherine sul naso, l’affollamento ha provocato interruzioni quando Boric ha fermato il comizio per coordinare il soccorso a due svenuti e poi ha chiesto a dei ragazzi: “Scendete da quell’albero”. “Sali sull’albero della speranza” è la grafica più importante della sua campagna, quindi il momento è stato comico. Non possono essere più pubblicati sondaggi, che darebbero ancora un leggero margine di vantaggio a Boric ma con molta incertezza. Jose Antonio Kast ha avuto l’appoggio compatto di tutto il centrodestra, anche di quello più laico e liberale. Viceversa Boric, pur provenendo dalla sinistra radicale, ha avuto l’appoggio di tutta la ex coalizione di centrosinistra, anche delle componenti più moderate democristiane e della Lista del Pueblo che lo contestava da sinistra.

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