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Iva, l’Italia resta prima in Europa per evasione: 30 miliardi. Ma la differenza tra gettito atteso e pagamenti effettivi è calata

Il gap tra gettito previsto e introiti si è ridotto dal 24,5% al 21,3%, mentre il danno economico è passato da 35,4 miliardi a 30,1. In termini assoluti siamo comunque al primo posto. Segue la Germania con 23,4 miliardi di euro (ma un gap dell’8,8%). Il commissario Ue per l’Economia Gentiloni: "Perdita di oltre 4.000 euro al secondo. La gente comune e le imprese sono lasciate a raccogliere il deficit attraverso altre tasse per pagare i servizi pubblici vitali"
Iva, l’Italia resta prima in Europa per evasione: 30 miliardi. Ma la differenza tra gettito atteso e pagamenti effettivi è calata
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Nel 2019 l’Italia si conferma prima in Ue per evasione Iva in valore nominale, con perdite per lo Stato di 30,1 miliardi di euro, mentre è quinta per il maggior divario tra gettito previsto e riscosso con il 21,3%. Dietro solo a Romania (34,9%), Grecia (25,8%), Malta (23,5%) e Lituania (21,4%). E’ quanto emerge dal rapporto sull’Iva della Commissione Ue che sottolinea come l’Unione abbia perso 134 miliardi nel 2019, in miglioramento rispetto al 2018 ma con l’incognita della portata della pandemia di Covid-19 sulle entrate Iva per il 2020. L’Italia nel 2019 ha tuttavia fatto segnare un miglioramento, grazie a fatturazione elettronica e split payment: il gap tra gettito previsto e introiti effettivi si è ridotto dal 24,5% al 21,3%, mentre il danno economico è passato da 35,4 miliardi a 30,1 miliardi. Una cifra che, in termini assoluti, fa comunque restare il nostro Paese maglia nera in Europa per evasioni e frodi, seguito a distanza dalla Germania con perdite per 23,4 miliardi di euro (ma un gap dell’8,8%).

La tendenza di calo progressivo si registra anche in Europa: nel 2019 le perdite sono diminuite di quasi 6,6 miliardi di euro a 134 miliardi di euro, “un netto miglioramento rispetto alla diminuzione di 4,6 miliardi di euro dell’anno precedente”, evidenzia Bruxelles, avvertendo però che “sebbene il divario” tra gettito previsto e introiti effettivi “complessivo sia migliorato tra il 2015 e il 2019, l’intera portata della pandemia di Covid-19 sulla domanda dei consumatori e quindi sulle entrate Iva nel 2020 rimane sconosciuta”.

“Nonostante il trend positivo registrato negli ultimi anni, il divario dell’Iva rimane una delle principali preoccupazioni, soprattutto in considerazione delle immense esigenze di investimento che i nostri Stati membri dovranno affrontare nei prossimi anni”, ha ammonito il commissario Ue per l’Economia, Paolo Gentiloni, sottolineando che “le cifre di quest’anno corrispondono a una perdita di oltre 4.000 euro al secondo. Queste sono perdite inaccettabili per i bilanci nazionali e significano che la gente comune e le imprese sono lasciate a raccogliere il deficit attraverso altre tasse per pagare i servizi pubblici vitali. Dobbiamo fare uno sforzo congiunto per dare un giro di vite sulle frodi sull’Iva, un reato grave che sottrae denaro alle tasche dei consumatori, mina i nostri sistemi di welfare e impoverisce le casse pubbliche”.

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