“Il finanziamento pubblico collegato ai piani di ripresa dell’Europa può dare il via all’ondata di ristrutturazioni, ma non può sostenerla. CEEB Europe nasce per collaborare con gli attori dei Paesi membri per sbloccare le barriere finanziarie, i dati, le normative e le politiche al fine di attuare il rinnovamento degli edifici e per creare nuovi prodotti e strumenti per accelerare gli investimenti del settore privato nelle ristrutturazioni” sono le parole di James Hooton, direttore del programma CEEB Europe a spiegare al meglio i principi cardine di un’iniziativa che è di recente stata approfondita dal Magazine ufficiale di Immobiliare.it.

Il contesto da cui questo progetto prende le mosse presenta del resto numeri e percentuali che parlano da soli. Secondo un report dello scorso anno della Commissione Europea, il settore edilizio europeo è responsabile del 40% del consumo di energia (la maggior quantità di energia utilizzata rispetto a qualsiasi altro settore), nonché del 36% delle emissioni di gas serra, del 50% delle materie prime estratte e del 21% del consumo di acqua.

Gli investimenti in Europa e in Italia

Una maggiore sostenibilità ambientale passa quindi per la ristrutturazione degli immobili. Tanto che per raggiungere gli obiettivi climatici fissati al 2030, in questo decennio saranno necessari 3,5 trilioni di euro di investimenti totali per decarbonizzare gli edifici europei attraverso la ristrutturazione.

Del resto lo scenario italiano non è distante da quello del Vecchio Continente. L’efficienza energetica del nostro patrimonio immobiliare è addirittura inferiore alla media europea, con l’82% degli edifici costruiti prima dell’approvazione della prima legge sull’efficienza energetica e la maggior parte di essa rientra nella classe G, il peggior punteggio di efficienza possibile.

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