La Bielorussia avrebbe interrotto temporaneamente i flussi di petrolio nell’oleodotto Druzhba (“amicizia”) verso la Polonia. È quanto ha annunciato Igor Demin consigliere del presidente di Transneft, precisando come la motivazione derivi da un’imprevista azione di manutenzione non pianificata che potrà richiedere fino a 3 giorni. Difficile tuttavia non mettere in relazione lo stop con le minacce rivolte all’Europa la scorsa settimana dal presidente bielorusso Alexander Lukashenko. La Bielorussia è stata blandamente sanzionata dall’Ue in relazione alla crisi dei migranti in corso proprio con la Polonia. La crisi dei migranti al confine con la Bielorussia potrebbe durare mesi: lo ha detto oggi il ministro della Difesa polacco, Mariusz Blaszczak. L’oleodotto Druzhba trasporta 1,3 milioni di barili al giorno, petrolio proveniente dalla Russia, si sdoppia in Bielorussia e prosegue poi verso l’Ucraina e la Polonia. Il governo bielorusso è strettamente legato a Mosca, impossibile che si muova in autonomia dal Cremlino.

Ieri sul mercato europeo dell’energia era piombato un altro macigno, il rinvio della messa in opera del gasdotto North Stream 2 che corre sotto il mar Baltico collegando direttamente Russia e Germania. L’allungamento dei tempi è dovuto formalmente a ragioni burocratiche ma la sostanza è che Berlino sta usando la nuova condotta per fare pressione su Mosca. Un’ arma spuntata visto che la stessa Germania conta molto sulla messa in opera del nuovo gasdotto che consente, tra l’altro, di bypassare l’Ucraina, avamposto statunitense nell’Est Europa. Inevitabile che con il moltiplicarsi delle tensioni il prezzo del gas aumenti. Oggi ha raggiunto i 100 euro per Megawatt/ ora.

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