Draghi al Quirinale? Io preferisco assolutamente che resti presidente del Consiglio. Io faccio un ragionamento che è contestato da molti costituzionalisti. So che è torcere un po’ la Costituzione, che tuttavia non lo impedisce, ma io dico: abbiamo due persone outstanding, il presidente del Consiglio e il presidente della Repubblica. Lasciamole lavorare”. Proprio con queste parole (“torcere la Costituzione”), a “Otto e mezzo” (La7), l’editore di Domani, Carlo De Benedetti, spiega la sua teoria sulla partita del Colle. In pratica vale tutto purché Draghi e Mattarella restino dove sono.

De Benedetti, che definisce Conte “un vuoto a rendere” e Letta “persona seria e perbene ma senza stoffa da leader”, loda la competenza di Mario Draghi e sul rifiuto di Sergio Mattarella a proseguire il suo mandato, osserva: “Se le forze politiche concordassero sul nome di Mattarella alla prima votazione, lui, che ha molto rispetto del Parlamento, non potrebbe non accettare. Ma resta una mia opinione personale. L’idea di Giorgetti mi sembra più che altro un’autocandidatura a fare il presidente del Consiglio – chiosa – Io sono dell’opinione che Draghi non debba andare al Quirinale. Ma in uno stato di emergenza che si prolungherà oltre il 31 dicembre, con una situazione economica ancora da consolidare, avendo due fuoriclasse come Draghi e Mattarella, non si capisce perché non approfittarne. Nel segreto dell’urna questo Parlamento non voterebbe Draghi, perché vorrebbe dire tornare a casa e rinunciare alla pensione. Ci sono persone che vengono dal nulla e tornerebbero nel nulla”.

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