“Chi pensa di provocare lo scioglimento delle Camere a fine febbraio, come Salvini e Meloni, non ha calcolato che significa per l’Italia stare fermi fino a giugno. Non si sceglie il massimo garante della Costituzione con questo giochetto“. A rivendicarlo è il ministro degli Esteri Luigi Di Maio alla presentazione dell’ultimo libro del direttore di Repubblica, Maurizio Molinari, ‘Il campo di battaglia‘. “Noi dimentichiamo sempre che in questa pandemia abbiamo fatto 200 miliardi di debiti in più, questa è una fase storica in cui non si scherza”, ha aggiunto l’esponente M5s, nell’incontro al quale avrebbe dovuto partecipare anche il numero due della Lega, Giancarlo Giorgetti. Il ministro dello Sviluppo economico è poi intervenuto solo con un video, dopo le polemiche interne in casa Lega e lo “sgarbo” di Salvini con la convocazione del Consiglio federale all’ultimo.
Se da una parte il ministro degli Esteri ha cercato di allontanare nuovamente i retroscena sull’incontro con Giorgetti, con cui Di Maio era stato immortalato a cena pochi giorni fa, dall’altra ha difeso il leghista dopo le polemiche sulle sue parole (“Draghi potrebbe guidare il convoglio anche dal Quirinale”), contestate pure dal presidente M5s Giuseppe Conte. “Conoscendo Giancarlo, quella sul presidenzialismo era una provocazione“, ha minimizzato Di Maio. Per poi continuare sulla partita Quirinale: “Il toto-nomi non è mai iniziato quattro mesi prima. Non so chi abbiamo bruciato oggi, ma arriveremo senza nomi”, ha precisato, ricordando pure che “Giorgetti tiene sempre a dire che la sua prima scelta è Mattarella”. “Il dibattito più che a livello mediatico bisogna farlo in Parlamento”, ha attaccato, rivolgendosi a Salvini e Meloni e ai loro possibili calcoli politici sul Colle, legati alla volontà di voto anticipato.
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