Un emendamento “correttivo” del ministro del Lavoro Andrea Orlando che ripristini l’erogazione dell’assegno mensile di 287 euro per l’assistenza degli invalidi civili parziali (74-99%), indipendentemente dallo svolgimento di un lavoretto, donne e uomini tra i 18 e i 67 anni, che non superano un reddito personale di 4.931 euro l’anno. E’ questo l’annuncio, dopo le fortissime proteste e mobilitazioni delle associazioni che tutelano i diritti delle persone con disabilità, che proviene direttamente dal ministro Orlando e che diventerà operativo in occasione della conversione del prossimo dl Fiscale.

Tale emendamento andrà a ristabilire il riconoscimento dell’assegno di invalidità ai disabili coinvolti, cosa invece modificata attraverso il messaggio n. 3495 dell’Inps in data 14 ottobre che recepiva due sentenze della Corte di Cassazione, la n. 17388 del 2018 e la n. 18926 del 2019, che hanno dato ragione all’avvocatura della stessa INPS. Con l’emendamento si dovrebbe, quindi, cancellare la tagliola che avrebbe colpito pesantemente migliaia di lavoratori disabili poveri. Le associazioni commentano “positivamente” la notizia ma restano “molto caute” in assenza di nulla di scritto. “E’ una buona notizia”, dice a Ilfattoquotidiano.it Nazaro Pagano, presidente dell’’Associazione nazionale mutilati e invalidi civili (Anmic) e presidente pro-tempore anche della Federazione tra le Associazioni nazionali delle persone con disabilità (Fand). “Ora però attendiamo che l’importante emendamento correttivo – annunciato ieri dal ministro Orlando in sede di conversione al disegno di Legge fiscale – possa riportare la tranquillità e la certezza del diritto in tante famiglie, restituendo subito il diritto all’assegno di invalidità a tante donne e uomini disabili che svolgono piccoli lavori”. Il requisito infatti della totale inattività lavorativa, per poter ricevere un sussidio di soli 287 euro al mese, secondo Pagano “rappresentava per i disabili una doppia condanna: l’esclusione da ogni possibile inclusione lavorativa e sociale e la condanna alla povertà”. L’emendamento, riportando ad una corretta applicazione la normativa vigente, prevede che l’assegno mensile di invalidità dovrà essere perciò riconosciuto a prescindere dallo svolgimento di qualsiasi attività lavorativa che produca reddito personale fino a 4.931 euro l’anno.

Soddisfazione arriva anche dalla Federazione italiana per il superamento dell’handicap. Contattato dal Fatto.it il presidente della FISH Vincenzo Falabella dice di “essere soddisfatto per questo atto doveroso per migliaia di soggetti che vivono in condizione di estrema fragilità. Un emendamento al dl fiscale, che deve passare dalle Camere per la sua conversione in legge, riporterà così l’assegno di invalidità per chi ha una invalidità tra il 74 e il 99% come avveniva in precedenza”. Il messaggio diramato dall’Istituto di previdenza sociale, aggiunge Falabella, “avrebbe impedito alle persone con disabilità che svolgono un’attività lavorativa anche precaria di accedere al beneficio dell’assegno di invalidità. E’ stata una questione che ci ha preoccupato moltissimo in questi giorni”. Le associazioni, le persone coinvolte e le loro famiglie aspettano che quanto annunciato da Orlando diventi realtà. “C’è stata sinergia e un’azione congiunta per evitare un ulteriore strappo tra le istituzioni e i cittadini con disabilità e le loro famiglie” sottolinea il numero uno della FISH. “Siamo stati cuscinetto e ammortizzatore delle istanze e delle rivendicazioni delle persone con invalidità. Mi auguro che l’Inps nel frattempo abbia inviato alle sedi territoriali una comunicazione che le inviti a temporeggiare, in vista della definitiva soluzione della questione” conclude.

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