Un comunicato arrivato nella serata di sabato 16 ottobre per annunciare la fine dello sciopero, poi la marcia indietro dicendo che era “una bozza” e che è stata “male interpretata”. Quindi stamattina le dimissioni da portavoce del Coordinamento dei portuali di Trieste. Grande caos sul fronte delle proteste No Green Pass: Stefano Puzzer, leader in pectore dei portuali, ha deciso il passo indietro dopo una notte di liti interne e spaccature. E soprattutto, dopo essere stato contestato dall’ala più intransigente di No Vax arrivati da fuori Regione che non hanno apprezzato la decisione di interrompere le proteste. “E’ giusto che io mi assuma le mie responsabilità”, ha scritto su Facebook Puzzer. “Una di queste, è la decisione di proseguire il presidio fino al 20 di Ottobre. La decisione è soltanto mia, non è stata forzata da nessuno, anzi non volevano accettarle ma io le ho pretese”, ha detto. Intanto oggi c’è stato un nuovo appello congiunto dei sindacati Cgil-Cisl-Uil perché, “pur nel rispetto delle legittime manifestazioni”, “non si impedisca ad un porto e ad una città di continuare a generare reddito e prospettive per il futuro”.

I No Vax e No Green pass maggioritari al presidio. Sempre meno portuali – Se da una parte la partecipazione dei portuali sta diminuendo, dall’altra il coordinamento No Green Pass Trieste ha diffuso sui social un appello a tutti i simpatizzanti perché convergano al Varco 4 per “opporsi in tutti i modi” a una possibile azione da parte delle forze dell’ordine che intenderebbero far “sfollare in tutti i modi i manifestanti”. Il leader del movimento 3V (no vax), Ugo Rossi, di fatto già consigliere comunale, arrestato nelle settimane scorse, e presente alla manifestazione da giorni, intenderebbe svolgere una conferenza stampa proprio lì. L’intenzione del Coordinamento No Green Pass di Trieste, infatti, è di “proseguire il presidio al Porto di Trieste, diventato un punto di riferimento per tantissime persone, a Trieste e a altrove”. La “piazza”, di fatto, è già nelle mani dei No vax e dei no Green pass. Il numero dei lavoratori portuali, infatti, dall’inizio della protesta è andato progressivamente diminuendo e ora si aggira su qualche decina. Complessivamente, invece, al Varco 4 ci sono oltre duemila persone. I No Green pass intendono restare “a oltranza al Varco 4 del Porto di Trieste, giorno e notte”.

Puzzer anche oggi al presidio: “La protesta continua” – Le dimissioni di Puzzer sono l’esempio più concreto del situazione di grande confusione al presidio. Il portavoce infatti, dopo che ieri sera aveva dichiarato finita la protesta, oggi ha fatto un passo indietro, ma si è comunque presentato al Varco 4. “Mi sono dimesso sia dal ruolo di vicepresidente sia dal Coordinamento lavoratori portuali Trieste in seguito al caos generato dal comunicato e di ieri sera, perché sono errori che ho commesso io. Non voglio che la responsabilità cada su di loro”, ha detto. “Io sciopererò fino al 20 ma tornerò a lavorare solo quando il green pass verrà ritirato. Andrò a portare pizze piuttosto oppure da Samer, dove non serve il green pass”. “Stefano Puzzer non è il dio di nessuno, è uno che parla perché forse sa parlare meglio degli altri, perché è meno timido degli altri, ma questa lotta contro il decreto è di tutti i lavoratori portuali, di tutti i lavoratori italiani”. Subito dopo ha invitato a scandire lo slogan di questa protesta: “La gente come noi non molla mai”, che è stato accompagnato da uno lungo scroscio di applausi.

La posizione di Puzzer è stata poi rilanciata anche dal Coordinamento dei portuali triestini che, dopo il comunicato diffuso in serata, è tornato sulla propria decisione sostenendo in un breve messaggio sui profili social che “il presidio continua e non si molla”. “Ciao a tutti scusate ma il comunicato uscito a causa di male interpretazioni e stato stracapito – è scritto nel post – Il presidio non si molla assolutamente. La frase la battaglia è vinta si intende per la prima battaglia, è vinta e si continua. La frase con ‘domani chi vuole lavorare può’ significa che come negli altri chi vuole può andare a lavorare. Ed infine “il presidio continua e non si molla”, conclude il messaggio.

Il passo indietro di sabato 16 ottobre – Eppure ieri sera, c’era stato un annuncio dei portuali in senso completamente opposto. Questa prima battaglia “è stata vinta”, da domani domenica 17 i portuali di Trieste tornano al lavoro ma promettono di non fermarsi, era stato il messaggio. Il Coordinamento dei lavoratori portuali in serata ha reso nota la sua decisione. Abbiamo dimostrato, hanno fatto notare, “la forza e la determinazione dei lavoratori portuali e di tutti coloro che li hanno affiancati e sostenuti nella difesa della democrazia e della libertà individuale”. Il presidente dello scalo, Zeno D’Agostino, in serata aveva avvertito: “Questa situazione non si può più tollerare, ho bisogno di un porto che funzioni”. Il riferimento è anche al fatto che dalla manifestazione “è passato di tutto”, “adesso basta con questo circo”, ha detto. Ieri, nel secondo giorno di sit in, a metà pomeriggio, i manifestanti erano oltre 2000 e altri quattro pullman sono arrivati nel corso del pomeriggio. Nel parcheggio antistante il varco sono arrivati furgoni e camper, messi a disposizione per chi volesse riposare un po’. Per il resto si sono alternati momenti di cori ‘no Green pass’ e ‘Libertà’ a suono di tamburi. E’ arrivato, tra gli altri, anche Enrico Montesano, che ormai ha dichiarato le sue posizioni No Vax e No Green pass. “Il Green pass è una cosa inutile, che nulla ha a che vedere con la sanità, ma è una questione politica. Il Green pass è l’inizio di un controllo personale e individuale”, ha detto al megafono.

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