Un convegno contro il green pass lì dove per entrare è obbligatorio averlo, ovvero all’Assemblea regionale siciliana, dove dal 15 ottobre si potrà accedere solo provando la vaccinazione o il tampone negativo. Un paradosso che già promette fuoco e fiamme: “Se non mi faranno entrare, chiamerò i Carabinieri e denuncerò il segretario generale dell’Assemblea: è un mio diritto costituzionalmente sancito, sono un rappresentante regolarmente eletto, non possono impedirmi di entrare”, avverte Sergio Tancredi, consigliere regionale ex M5s passato ora nel gruppo dei dissidenti Attiva Sicilia (di cui fa parte anche la vice presidente dell’Assemblea regionale, Angela Foti). Tancredi non è nuovo a forzature sul dibattito sul green pass: negli scorsi mesi per l’ardito accostamento con la sequenza numerica tatuata sull’avambraccio degli ebrei nei campi di concentramento. Un post pubblicato su Facebook lo scorso 19 luglio, che aveva fatto clamore.

E ancora più clamore promette il convegno previsto il prossimo 29 ottobre nella sala Piersanti Mattarella, dal titolo “Dalla democrazia alla dittatura: il ruolo della memoria”. Che elenca tra gli interventi anche quello dell’assessore regionale all’Istruzione, Roberto Lagalla (ex rettore), che con Repubblica minimizza: “Sono stato invitato per un saluto istituzionale”. Invitato da chi? Oltre Tancredi, a organizzare l’incontro è il professore di Economia dell’università di Palermo, Gandolfo Dominici, noto anche lui per avere associato i vincoli sul vaccino ad Auschwitz, in un tweet che rispondeva al segretario del Pd, Enrico Letta. Dominici aveva postato un’immagine dell’ingresso del campo di sterminio di Auschwitz, con la celebre scritta modificata in “il vaccino rende liberi”, aggiungendo sopra: “Non fa una piega…”. Tweet che aveva spinto l’attuale rettore dell’università di Palermo Fabrizio Micari a prendere le distanze.

E adesso scoppia la polemica per il convegno all’Ars, che prevede, manco a dirlo, una serie di interventi contro il certificato verde. Interverranno Barbara Wojciechowska, docente di Lingue e letterature straniere all’Università del Salento, e Vera Sharav, 84 anni, sopravvissuta all’Olocausto, fondatrice dell’Alliance for Human Research Protection, organizzazione umanitaria con posizioni critiche sui vaccini. Tra i relatori anche Dario Caroniti, ex assessore alle politiche della famiglia di Messina (giunta di Giuseppe Buzzanca, An), e docente di Storia delle dottrine politiche dell’università dello Stretto, firmatario dell’appello contro il green pass sottoscritto mille docenti: “Sono vaccinato e non sono assolutamente un No vax”, spiega, “sono stato invitato da Dominici per esporre le radici dell’autoritarismo, facendo un possibile raffronto tra i provvedimenti che sono stati adottati nel contrasto alla pandemia, non solo il green pass, ma tutti, rispetto alle caratteristiche degli autoritarismi”.

Sì vax, dunque, ma no pass: “Sono però contro l’obbligatorietà del green pass nei luoghi di lavoro e di studio, è un modo di procedere che a mio parere non rispetta la dignità della persona”, conclude l’ex assessore. E proprio da Messina – città che ha il record negativo di immunizzazioni in Sicilia – è arrivato in questi giorni l’annuncio di dimissioni del magistrato Angelo Giorgianni: “Se il fatto di indossare la toga mi deve limitare nell’esprimere la mia opinione sulla legittimità di atti o di provvedimenti, o peggio ancora nel denunciare fatti penalmente rilevanti, anche se riguardano rappresentanti delle istituzioni, allora preferisco lasciare la toga”. Giorgianni è anche coautore del libro “Strage di Stato. Le verità nascoste del Covid 19”, la cui prefazione è stata firmata da Nicola Gratteri.

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