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Ultimo aggiornamento: 11:38 del 13 Ottobre 2021

Assalto alla sede Cgil, lite Sallusti-Landini a La7. “Cosa pensa dei crimini comunisti e delle foibe?”. “Non accettiamo lezioni di democrazia”

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Scontro vivace a “Dimartedì” (La7) tra il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, e il direttore di Libero, Alessandro Sallusti, sulla manifestazione proclamata da Cgil, Cisl e Uil per sabato 16 ottobre a Roma.
Il giornalista chiede al sindacalista se “ripudia i crimini comunisti” e, inciampando in molteplici errori plateali, cita con accento sbagliato Alessandro Barbero, definendolo ‘rettore’ (in realtà, è ordinario di Storia medievale all’Università degli Studi del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro) e asserendo che l’accademico ha negato le foibe (cosa non vera: qui l’intervista rilasciata a Daniela Ranieri sul Fatto Quotidiano).

Sallusti chiede: “Nella manifestazione di domenica (è sabato, ndr) lei pensa che ci sarà un piccolo spazio per stigmatizzare il fatto che il rettore di un’importante università italiana, il professor Barbero, abbia negato o minimizzato l’esistenza delle foibe e quindi ha fatto il negazionista storico anche lui?”.
Veramente la manifestazione è sabato“, risponde Landini, mentre in sottofondo il leader del M5s, Giuseppe Conte, invita Sallusti a prendere parte all’evento.
“Nel nostro Paese – continua Landini – il movimento sindacale e il movimento dei lavoratori hanno sconfitto anche il terrorismo e lo stragismo. Non abbiamo mai avuto difficoltà a sapere quando c’era da difendere la democrazia contro qualsiasi violenza. Quindi, al movimento sindacale e al movimento dei lavoratori lezioni di democrazia non le può dare nessuno“.

“Le ho chiesto se è d’accordo col professor Barbero”, ripete Sallusti.
“Guardi, quello che dirò in piazza lo sentirà sabato” – ribatte Landini – Bisogna evitare di fare delle confusioni che non hanno senso. Da un certo punto di vista, il comunismo è tra quelli che ha sconfitto anche il nazismo e il fascismo nella storia. Poi ovviamente ci sono crimini commessi. Ma vorrei ricordare che, quando ci fu l’invasione dei sovietici in Ungheria nel ’56, la Cgil di Di Vittorio prese le distanze perché condannava il fatto che si usassero i carri armati contro i lavoratori. Quindi, lezioni di democrazia alla Cgil non si possono dare”.

E conclude, incalzato dal conduttore Giovanni Floris sulle foibe: “Certo che furono una cosa sbagliata. Però non cambiamo discorso. Quello che è avvenuto alla Cgil deve portare a un provvedimento di legge in questo Paese, applicandolo. Bisogna sciogliere Forza Nuova perché quello è un atto fascista e un atto di violenza. Il tema preciso è: questa cosa si fa o non si fa? Punto”.

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