Irmgard Furchner, l’ex segretaria del campo di sterminio di Stutthof, fuggita ieri dalla casa di riposo per sottrarsi alla vergogna dell’udienza in tribunale e poi ritrovata qualche ora più tardi, sarà trasferita nel penitenziario di Lubecca come riporta l’agenzia di stampa Dpa.
La donna, 96 anni, ha trascorso la notte in custodia cautelare perché accusata di concorso in omicidio per la morte di oltre 11.000 persone. Tra il 1943 e il 1945 avrebbe fornito assistenza al comando del campo di concentramento presso Danzica come segretaria e stenografa. La donna, qualche giorno fa aveva scritto una lettera di suo pugno al giudice, per dire di non voler presenziare alla prima udienza del suo processo “per risparmiarsi” di essere “messa alla gogna dell’umanità“.

Ieri mattina all’alba l’anziana ha lasciato la casa di riposo a Quickborn, Amburgo, e con un taxi è andata verso la stazione della metropolitana di Nordstedt. Mentre in tribunale l’aspettavano, oltre al giudice e agli avvocati, 12 rappresentanti delle 30 persone che si sono costituite parte civile e oltre 50 giornalisti. Il processo senza di lei non poteva tenersi e il giudice Domik Gross ha emesso un mandato d’arresto a carico dell’anziana. La donna è stata fermata diverse ore dopo, alle 13.50, lungo la Langenhorner Chausse della città anseatica, dove era stata notata da una poliziotta. Alla donna era stato però spiegato cosa sarebbe successo se non si fosse presentata in aula, e così alla fine è scattato l’ordine di cattura.

Quello a carico dell’ex segretaria e stenografa che operò al comando del Lager fra il 1943 e il 1945 è ritenuto un processo particolarmente importante, perché mette in luce la responsabilità delle donne nell’Olocausto. Nel campo di concentramento tedesco presso Danzica, Furchner dava il suo contributo ogni giorno, come assistente all’eliminazione fisica dei prigionieri. Anche se lei, già testimone in passato nell’ambito di procedimenti giudiziari su questo tassello dell’atroce storia del nazismo di Hitler, ha sempre contestato le accuse. Sul caso si è sollevata l’indignazione del comitato di Auschwitz: con la tentata fuga “ha dimostrato l’incredibile disprezzo per lo stato di diritto e anche per i sopravvissuti”, il commento del vicepresidente Christoph Heubner. Dello stesso tenore le parole dell’avvocato di due sopravvissute che si sono costituite parte civile al processo sul lager di Stutthof: “Ha preso in giro la giustizia. E chiaramente non sente di dover rispondere alla nostra legge”.

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