È stato revocato dalla procura di Roma il sequestro preventivo e l’oscuramento dei video relativi all’inchiesta Follow the money sui fondi della Lega, firmata Fanpage. La misura è durata 24 ore, da quando la mattina del 23 settembre due poliziotti in borghese si sono presentati in redazione e hanno notificato l’atto. “Grazie”, sottolinea la testata con base a Napoli, “Perché senza l’enorme mobilitazione in difesa di Fanpage.it di colleghi, politici e di tanti, tantissimi cittadini non crediamo che tutto questo sarebbe accaduto”. Ma, precisa, “Non c’è niente da festeggiare“. Perché, si legge sul sito “Abbiamo semplicemente difeso un diritto che credevamo acquisito, quello della libertà della stampa, che invece ci era stato improvvisamente e incredibilmente negato. Non c’è nulla da festeggiare, perché da ieri abbiamo maturato ancor di più la consapevolezza che esiste un pezzo di Paese per cui si possono sequestrare e oscurare inchieste e interi giornali senza colpo ferire. Non c’è nulla da festeggiare, perché da nessuna parte, nemmeno nella revoca, si attesta il principio che mai e poi mai un contenuto giornalistico debba essere messo sotto sequestro o oscurato in via preventiva, salvo che nei casi previsti dalla Costituzione, casi tra cui non rientra la diffamazione”.

Il caso ha sollevato polemiche e critiche da più fronti, e al giornale è arrivata solidarietà da più soggetti, fra cui l’Ordine dei giornalisti Campania, Fnsi – Federazione Nazionale Stampa Italiana – e Sugc – Sindacato unitario giornalisti della Campania. “Non dobbiamo abbassare la guardia”, chiude Fanpage. “Oggi abbiamo vinto una piccola grande battaglia. Ma la guerra è lunga. Ed è appena cominciata”.

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Fondi Lega, gip ordina sequestro dell’inchiesta di Fanpage.it in cui Durigon citava un generale. Il direttore: “Grave e non possiamo difenderci perché querela contro ignoti e pm non ci ha indagato”

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Perché il caso Morisi non è una vicenda privata

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