Sono in tutto quattro i provvedimenti di perquisizione a Milano e nel Lecchese emessi nei confronti di altrettante persone per l’assalto a un gazebo del M5s. I destinatari sono indagati per i reati di attentato ai diritti politici dei cittadini, danneggiamento in occasione di manifestazione in luogo pubblico e mancato preavviso al questore di riunione in luogo pubblico. I quattro cittadini italiani perquisiti avevano già partecipato a precedenti manifestazioni di protesta contro l’obbligo del green pass che si sono svolte in città ad agosto. Fra loro c’è una cittadina milanese di 34 anni – infermiera – con precedenti di polizia per maltrattamenti in famiglia. Nei suoi confronti è stato emesso un avviso orale da parte della Questura, una misura di prevenzione. Il secondo destinatario è un 47enne residente in provincia di Lecco, con precedenti di polizia a carico per guida in stato di ebbrezza, guida senza patente, rissa, furto, violazione del foglio di via emesso dal questore di Lecco. Nei suoi confronti, inoltre, la questura ha emesso il foglio di via obbligatorio dal comune di Milano per un anno. Interessato dal decreto anche un 52enne milanese con precedenti di polizia furto e violazione delle norme anti-Covid (indagato nell’ambito dello stesso procedimento anche per manifestazione non preavvisata) e un cittadino di 62 anni residente a Milano, privo di precedenti.

Secondo la procura di Milano l’aggressione – datata 28 agosto – si è svolta nel corso di una “attuazione di un pieno e riconosciuto diritto politico appartenente ad ogni cittadino” che il Movimento stava esercitando ed è “culminata con la distruzione del”gazebo” . Un fatto “avvenuto nel corso di una manifestazione in luogo pubblico non autorizzata e finalizzata a promuovere, sollecitare, sensibilizzare o comunque attivare una campagna a sostegno del non ricorso alla vaccinazione, promossa e organizzata, in particolare, dalle pubbliche istituzioni sanitarie a fronte della epidemia in corso nota come ‘Covid 19’. Gli investigatori hanno cercato dispositivi o sistemi informatici e di telecomunicazione “utilizzati per la consumazione dei reati di cui in premessa, con particolare riferimento alla eventuale predisposizione di rete informatica finalizzata al mantenimento dei contatti tra gli appartenenti ai gruppi No Vax”, Strumenti usati “ai fini della organizzazione della manifestazione non autorizzata” e dai quali “potrebbero ricavarsi utili elementi al fine anche di accertare eventuali analoghi precedenti episodi o, comunque, collegamenti con reti telematiche riconducibili a soggetti orientati verso analoghe violente iniziative di aperto contrasto e/o scontro, anche fisico, con appartenenti alle Istituzioni, operanti ai fini della prevenzione e della sicurezza pubblica, ai fini della campagna antivaccinazione”.

Oltre a questo, la Digos di Milano ha cercato “strumenti destinati alla offesa (armi, munizioni, strumenti da punta e taglio o oggetti similari) in ragione della particolare violenta animosità manifestata nel corso dei fatti” e “materiale o, comunque, documentazione cartacea, pertinente ad attività di divulgazione dell’uso della minaccia e della violenza per le finalità di contrasto proprie dei gruppi meglio noti come No Vax”. Nello stesso procedimento la polizia di Stato ha deferito all’autorità giudiziaria altri otto cittadini italiani: sei per mancato preavviso al questore di riunione in luogo pubblico di cui uno anche per uno per istigazione a delinquere, uno per travisamento in pubblica manifestazione e uno per vilipendio. Anche nei confronti di due di queste persone il questore Giuseppe Petronzi ha emesso le misure di prevenzione, per entrambe, dell’avviso orale e del foglio di via dal comune di Milano.

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