“Prima riusciremo a limitare l’impatto del Covid sul sistema sanitario e sugli ospedali e prima riprenderemo una vita normale nella gestione di tutte le altre patologie”. Il professor Francesco Mojoli dirige il reparto di anestesia e rianimazione del Policlinico San Matteo di Pavia, uno dei cinque hub lombardi che ospita i pazienti Covid da tutta la Regione. Sette letti su otto sono occupati. “Sono tutti non vaccinati” spiega il professor Mojoli mentre ricorda che questo reparto allestito a inizio pandemia non ha mai chiuso. “L’estate scorsa i pazienti erano molto pochi e la malattia sembrava essersi fermata – precisa – in questi mesi invece, la malattia è attiva, ma si comporta in modo non esplosivo”. I pazienti intubati in questo reparto hanno tra i cinquanta e sessant’anni e fanno parte degli oltre quattro milioni di italiani over50 che non si sono ancora vaccinati.

“Bisogna correre a vaccinarsi al più presto, sappiamo che il vaccino protegge soprattutto a questo rischio di sviluppare forma grave”. Il vantaggio però non sarebbe soltanto individuale, ma anche collettivo. Il sistema sanitario e ospedaliero sarebbe sgravato dal carico di lavoro legato al Covid e “ne gioverebbero tutti questi pazienti che sono stati lasciati indietro a causa dell’emergenza. Finalmente potremmo dedicarci a loro con tutte le energie”

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