“Abbiamo vinto almeno una medaglia in tutti i giorni di gara. Un record che chiunque arriverà al massimo può eguagliare“. È con orgoglio che il presidente del Coni, Giovanni Malagò, durante la conferenza stampa a Casa Italia, tira le somme delle Olimpiadi di Tokyo 2020. La spedizione azzurra ha chiuso con 40 medaglie: 10 ori, 10 argenti e 20 bronzi: “40 medaglie, io ero convinto di arrivare a 39 e poi le mie previsioni sono state ancora migliorate. È il successo di un’Italia multietnica e super integrata”, ha sottolineato. “Abbiamo portato per la prima volta atleti provenienti da tutte delle regioni e province autonome d’Italia e portato atleti nati in tutti e cinque i continenti”, ha proseguito Malagò, rimarcando come questi Giochi siano stati “una scommessa clamorosa vinta dal Cio, dal comitato organizzatore, dal governo giapponese, dalle autorità locali”.

Abbiamo reso felice un Paese – ha aggiunto -. La responsabilità era grande, ma indubbiamente questa squadra che gestisce il Comitato olimpico è molto competente, una cosa molto rara nel nostro mondo. Lo abbiamo fatto per il Coni, che deve essere più centrale nella vita istituzionale del Paese. La credibilità dello sport italiano è ai massimi livelli: si sono creati i presupposti ideali per ospitare grandi eventi in Italia”, ha rilevato ancora il presidente del Coni, spiegando poi che “Parigi 2024 è tra meno di tre anni: bisogna prepararsi, giocare d’anticipo. Non è impossibile ripetere questo risultato, però dobbiamo occuparci di sport, solo di sport. Non possiamo più disperdere energie come abbiamo fatto in quest’ultimo anno e mezzo”. In tal senso la priorità è ora “anticipare l’iter burocratico per lo ius soli sportivo, che ad oggi è infernale, un girone dantesco. È’ vero che a 18 anni puoi fare quello che vuoi, ma – ha proseguito Malagò – se aspetti il momento per fare la pratica hai perso una persona. A volte ci sono tre anni di gestazione e nel frattempo, se l’atleta non ha potuto vestire la maglia azzurra, o smette, o va nel suo Paese di origine, oppure peggio arriva qualcun altro che studia la pratica e in un minuto gli dà cittadinanza e soldi”.

Malagò ha segnalato quindi che la giunta del Comitato internazionale olimpico ha deciso di dare la sua massima onorificenza “che normalmente è data solo al presidente del comitato organizzatore” su proposta del presidente del Cio Bach, andrà anche “al primo ministro giapponese (Yoshihide Suga), al capo del comitato organizzatore (Seiko Hashimoto), al capo della regione di Tokyo (Yuriko Koike)”. Al di là delle polemiche della vigilia, secondo Malagò, queste Olimpiadi “bisognava comunque farle”. Il capo del Coni ha rivendicato di aver “da un anno e mezzo” detto che si sarebbe fatto bene. Ma Malagò ha aggiunto: “Ci sono state delle sorprese incredibili” e ha annunciato che sono in corso verifiche per la possibilità di un passaggio anche dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, sulla base della compatibilità dell’agenda di Palazzo Chigi. L’ipotesi, ha detto il presidente del Coni, “è per un light dinner la sera del 23, dopo il ricevimento dei medagliati al Quirinale. Questa Olimpiade, essendo così diversa, ha determinato tutto questo: essendo state così imprevedibili, ne hanno fatto le Olimpiadi migliori di sempre”.

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