di Mariano Puglisi

Libertà!” è una delle principali esclamazioni che si sente in questi giorni nelle piazze italiane da parte dei manifestanti contro l’ultimo provvedimento del governo, in particolare contro l’utilizzo del cosiddetto “Green pass” per lo svolgimento di alcune attività.

Ormai numerosi studi scientifici e relative dichiarazioni di noti scienziati considerano il vaccino come la più importante ed efficace arma contro la Covid-19 (al femminile, è la malattia causata dal virus Sars-CoV-2), diminuendo drasticamente l’insorgere delle conseguenze più gravi (ricoveri in terapia intensiva e/o morte), e, quindi, permettendo un graduale ritorno alla “normalità”. Inoltre, tali studi dimostrano che la possibilità di sviluppo di varianti del virus, resistenti ai vaccini disponibili, sia più probabile in presenza di persone non vaccinate o senza adeguata protezione anticorpale. Cerchiamo di capire un po’ se attraverso l’ultimo provvedimento governativo si stia attentando alla famigerata Libertà, con la L maiuscola.

Al termine Libertà, nel corso della storia, sono state associate tre concezioni fondamentali: la prima, introdotta da Aristotele, concepisce la Libertà come autodeterminazione e assenza di condizioni e limiti; la seconda, che ha origine negli Stoici, declina la Libertà come necessità in cui, pur partendo dal presupposto della precedente concezione, si attribuisce l’autodeterminazione alla totalità in cui l’uomo appartiene, per esempio lo Stato; la terza, basata sull’accezione platonica che lega la Libertà alla “giusta misura”, vede la Libertà, invece, come possibilità o scelta, limitata e condizionata. Le prime due hanno trovato diffusione nell’antichità e nel Medio Evo, la terza dall’età moderna in poi (Dizionario di Filosofia di Nicola Abbagnano).

Se al primo comma dell’art. 13 la nostra Costituzione ci comunica che “la libertà personale è inviolabile”, e già al secondo ci avvisa che “non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell’autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge”, è al terzo che si asserisce come “in casi eccezionali di necessità ed urgenza, indicati tassativamente dalla legge, l’autorità di pubblica sicurezza può adottare provvedimenti provvisori…” Stiamo parlando della stessa Costituzione all’interno della quale si afferma che la Repubblica “riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità…” (art. 2) e “tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti” (primo comma dell’art. 32), ribadendo, inoltre, che: “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge…” (secondo comma dell’art. 32).

Pertanto, considerando anche quanto detto velocemente sopra sui vaccini, i quali rappresentano la strada più efficace per un ritorno alla normalità (che poi, vorrei capire se sia auspicabile una normalità pre-pandemia), sembra proprio di capire che esistano tutti i presupposti per dedurne che la Libertà sia tutelata, invece, dal provvedimento in questione e dal relativo strumento oggetto di protesta.

La società attuale – liberista e apparentemente liberalista, basata sulla globalizzazione e “finanziarizzazione” dei mercati – ci ha condotto a un cieco individualismo e, come criceti all’interno delle rispettive ruote, alla corsa sfrenata e inconcludente verso un narcisistico godimento masturbatorio. Ma, prendendo in prestito le parole di Fabrizio De André nel brano “Nella mia ora di libertà”: “Per quanto voi vi crediate assolti / siete per sempre coinvolti”.

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