di Gianluca Pinto

Anche le iniziative politiche più nobili rischiano di perdere valore se poggiano su alcuni assunti che ne sviliscono il senso. Questo è quello che accade al Pd nel governo Draghi. Letta Nipote, ogni volta che può, ripropone il concetto del “Non regalare Draghi a Salvini”. Si è già parlato più volte di questo, ma non abbastanza sotto il profilo puramente politico (in riferimento al contenuto, non alle manovre di partito).

È da lustri, ormai, che quel gruppo – che sinistra non è, ma viene indicato come tale – propone un “format” di cui quest’ultima versione è una variante che già a primo acchito appare al limite del surreale, ma che diventa inquietante se la si approfondisce.

Ci ricordiamo tutti quando ci fu, anni fa, il fenomeno “sindaci sceriffi” (di centrosinistra). La partenza fu il simpatico assioma “la legalità non è di destra né di sinistra”. Ma cosa vuol dire? Anche il pompelmo non è di destra né di sinistra. Non esiste un “argomento” di destra o di sinistra. Esistono posizioni diverse tra destra e sinistra su un determinato argomento. Si può sintetizzare riguardo a temi particolarmente divisivi che una materia sia più cara ad uno schieramento che ad un altro, ma il punto sta nel come si affronta un problema e nelle soluzioni che si propongono.

Dopo questa primo, grazioso, tentativo di emulare senza successo l’umorismo dei Monty Python si passò, quindi, a qualcosa di più concreto e solido: uno slogan che sarebbe stato il modello per le argomentazioni degli anni successivi. Si passò alla fase “Non lasciare la questione legalità in mano alla destra”. E questo non è più humor, ma è qualcosa di più serio, al pari di tutte le frasi costruite su questo modello pronunciate in seguito.

Ma cosa vuol dire “Non lasciamo ‘X’ in mano alla destra” (dove X sta per “la legalità”, oppure “l’immigrazione”, o qualsiasi argomento si voglia)? Perché mai la sedicente sinistra dovrebbe sentire il bisogno di fare un’affermazione del genere? Come sarebbe possibile lasciare un argomento in mano alla destra avendo opinioni chiare, precise e soprattutto diverse dalla destra? In queste condizioni non sarebbe assolutamente possibile. Il problema si pone se e solo se le posizioni riguardo ad un argomento non sono poi così differenti. Pronunciando questa frase, infatti, non si comunica solo il concetto esplicito, ma anche una condizione, che è la necessaria ed evidente premessa del pensiero enunciato, senza cui non l’asserto non avrebbe senso: quando la “sinistra” pronuncia tale slogan afferma che in quell’argomento non ha opinioni diverse dall’altro, per cui visto che il percorso è lo stesso, è necessario arrivare “per primi”.

Non paghi di ciò, da tempo (dal governismo “senza se e senza ma” del Pd), nell’ambiente del centro-centro-sinistra(?)-centro, l’uso dell’argomentazione “divisivo” è proliferato in modo gioiosamente sfacciato. “Per il bene del paese non ci devono essere temi divisivi”. Questo concetto ha punte di lirismo. Fatemi capire, su un argomento non ci devono essere posizioni divisive tra destra e sinistra (qualora fossero rappresentate, ovviamente) o peggio, non si devono affrontare argomenti “divisivi”? Ma allora che differenza c’è tra destra e sinistra? Ma che razza di linguaggio sta usando la politica di centro-sinistra? Ma si accorgono, coloro che parlano, di cosa dicono?

Il Pd, a furia di spostarsi a destra per inseguirne i contenuti, ha generato Il Fenomeno che lo ha dissanguato e liquefatto definitivamente dentro il brodo primordiale del centro e che alla fine continua, anche se diventato leader di una nuova creatura politica, a dettare legge. Mi pare che non se ne siano accorti però.

Verrebbe da dire “contenti loro…”, però in questo caso la loro contentezza danneggia oggettivamente molte donne e molti uomini di questo paese che non trovano una rappresentanza. Andare allegramente a destra per “non consegnare” alcunché alla destra comporta (ma queste sono bagatelle ovviamente) il consegnarle la sinistra.

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