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L’europarlamentare leghista su Twitter cita i lager contro i vaccini. Interviene l’Auschwitz memorial: “Declino morale e intellettuale”

L'europarlamentare leghista no-vax parla di vaccinazioni e allude ai campi di concentramento nazisti. Le risponde anche l'account ufficiale del Museo di Auschwitz: "Parole diventate icona di odio umano che non vanno strumentalizzate"
L’europarlamentare leghista su Twitter cita i lager contro i vaccini. Interviene l’Auschwitz memorial: “Declino morale e intellettuale”
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Il Tweet no vax dell’europarlamentare leghista Francesca Donato, che si è spinta fino a citare i lager contro i vaccini, ha provocato l’intervento (in italiano) dell’account ufficiale dell’Auschwitz Memorial Museum: “La strumentalizzazione di questo simbolo”, si legge, “per argomentare contro la vaccinazione che salva la vita umana è un triste sintomo di declino morale e intellettuale”.

L’esponente del Carroccio, nelle scorse ore, per dare forza alla sua campagna contro i vaccini ha scelto di fare un accostamento non solo fuori luogo, ma senza alcuna connessione logica. Donato ha infatti ripreso le parole del presidente del dipartimento prevenzione dell’Apss di Trento Antonio Ferro: “Vaccinatevi, perché la vaccinazione rende liberi”. E le ha distorte in un Tweet pubblicato sul suo account personale: “La vaccinazione rende liberi. Vi ricorda qualcosa?”. Il riferimento era al noto motto nazista che capeggiava sul cancello d’ingresso del campo di sterminio di Auschwitz, “Arbeit Macht Frei”, “il lavoro rende liberi”. La leghista Donato, non contenta dell’infelice uscita, ha aggiunto: “Ai più sbadati, se serve, agevolo traduzione in tedesco…”. Donato, come ricorda il Corriere della sera, non è nuova ad uscite simili fortemente no vax e antiscientifiche e, a Di Martedì a inizio maggio scorso, difese la cura a base di vitamine per combattere il Covid ottenendo la smentita degli scienziati in studio.

Il Tweet della leghista non è passato inosservato, tanto da ottenere la reazione ufficiale da parte dell’Auschwitz Memorial Museum, organizzazione che ogni giorno si impegna a tenere viva la memoria dello sterminio nei campi di concentramento e che conta più di un milione di follower: “Arbeit macht frei, quelle parole sono diventate una delle icone dell’odio umano che ha portato a innumerevoli morti”, si legge. “La strumentalizzazione di questo simbolo per argomentare contro la vaccinazione che salva la vita umana è un triste sintomo di declino morale e intellettuale”.

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