Attenzione a mettere in conto il noleggio di un’auto in vacanza, perché quest’anno il rischio di finire fuor budget è molto alto. Soprattutto se si viaggia verso mete come Sicilia o Sardegna e sempre ammesso che la macchina si riesca a trovare, cosa tutt’altro che scontata. Basta fare qualche ricerca sui principali portali aggregatori o direttamente su quelli di Avis, Sixt, Hertz per impallidire. Nei periodi e nelle destinazioni più “caldi” i prezzi sono circa doppi rispetto al passato, confronto impietoso anche rispetto allo scorso anno quando già qualche rincaro si era osservato. Per il modello più economico, da noleggiare nelle prime due settimane di luglio, non si spende meno di 1.300 euro. Nella prima metà di agosto si sale ad almeno 1.500 euro, oltre 100 euro al giorno per una Fiat Panda o equivalente. Per i segmenti superiori (es Renault Clio) si arriva tranquillamente intorno ai 2mila euro. Cifre che includono una copertura assicurativa base. Se si opta per polizze che riducono le franchigie o tutelano maggiormente (ma mai totalmente, soprattutto al Sud) da eventuali furti, la somma lievita ancora.

Palermo, Catania, Cagliari, Olbia…ovunque la stessa brutta sorpresa. Per ora un poco meglio in Puglia dove, per le prime due settimane di luglio, servono comunque almeno 900 euro (sempre per i modelli base) mentre nelle prime due settimane di agosto si sale sopra i 1.000 euro. Con il rischio che i prezzi subiscano ulteriori aumenti man mano che ci si avvicina alla data di prenotazione. Federconsumatori afferma che “rispetto allo scorso anno gli aumenti sono decisamente fuori controllo: ammontano mediamente al +45%, con picchi del +227% noleggiando l’auto nella settimana centrale di agosto”.

Cosa sta accadendo? La spiegazione ufficiale è quella di un ritardo nell'”inflottamento” ossia nell’arrivo di nuove auto nella disponibilità degli autonoleggi. Anche qui la causa sarebbe il rallentamento imposto a tutta la filiera delle quattro ruote dalla carenza di semiconduttori. Gli autonoleggi solitamente comprano auto nuove con una clausola di restituzione. Le vetture rimangono nella flotta per 8 o 9 mesi, dopo di che tornano al produttore che le immette nei canali dell’usato. Le auto della scorsa stagione insomma sono ormai andate, quelle della nuova non sono arrivate in quantità sufficiente. Indicativamente si può calcolare una disponibilità inferiore di almeno un terzo rispetto all’anno prima. Così dove la domanda estiva è alta, grandi isole in particolare, i prezzi sono schizzati alle stelle.

Va detto che lo scorso maggio l’Aniasa (associazione di categoria aderente a Confindustria) aveva lanciato un alert, invitando i clienti a prenotare le vetture con largo anticipo per non correre il rischio rimanere, letteralmente, a piedi e/o di dover pagare cifre esagerate. “Il problema non è solo italiano – spiega a IlFattoquotidiano.it Giuseppe Benincasa, direttore Aniasa – situazioni simili si registrano in Corsica, Baleari o altre mete turistiche estive di richiamo”. Le isole, sottolinea Benincasa, sono particolarmente penalizzate perché, con i traghetti ormai prenotati dai turisti, è molto difficile spostare qui auto che sono a disposizione altrove. Inoltre “quest’anno, per i motivi che tutti conosciamo, le persone tendono a scegliere vacanze in destinazioni italiane e viaggi in sicurezza, con mezzo proprio, come appunto auto a noleggio piuttosto che treni o bus”.

In sostanza la domanda è più alta del solito, l’offerta molto più bassa, il risultato è la corsa dei prezzi. Oltre a confermare il ruolo avuto dalla carenza di semiconduttori Benincasa ricorda come, sui rallentamenti della filiera e delle immatricolazioni, stia incidendo anche la transizione verso motorizzazioni ibride ed elettriche che procede a tappe un po’ troppo forzate rispetto alle capacità del mercato e degli utenti di adattarsi. Principalmente per una questione di costi che, anche per le vetture più economiche, risultano triplicati rispetto alle motorizzazioni tradizionali.

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