Il Sostegni bis “è un decreto in parte diverso dal passato, perché guarda al futuro, guarda al Paese che si riapre ma allo stesso tempo non lascia indietro nessuno. Assiste, aiuta“. Sono le parole scelte dal premier Mario Draghi in conferenza stampa per presentare il provvedimento che ha appena ricevuto il via libera dal Consiglio dei ministri: vale “circa 40 miliardi, di cui 17 a imprese e professioni, 9 alle imprese per aiuti sul credito, 4 ai lavoratori e alle fasce in difficoltà”, dice il premier snocciolando i dati. E accompagnandoli alle nuove riaperture decise lunedì. Perché, sottolinea il presidente del Consiglio, “se la situazione pandemica continua a migliorare come vediamo attualmente, mi auguro che non ci sarà bisogno di decreti di questo tipo nel corso di quest’anno”. Insomma, “la riapertura è il miglior sostegno” all’economia, alle imprese e a un settore cruciale come il turismo, ribadisce più volte Draghi, sottolineando di aspettarsi già in questo trimestre un primo balzo del Pil. Per una vera crescita, avverte, ci vorrà invece tempo e soprattutto le misure previste dal Pnrr, il Recovery Plan. Draghi tiene a evidenziare le misure pensate per i giovani che “lo Stato vuole accompagnare“, ma non nasconde che i prossimi saranno comunque mesi difficili, a partire da un primo passaggio cruciale: a fine giugno terminerà il blocco dei licenziamenti.

La crescita – Ci si aspetta quindi, spiega Draghi, “un balzo dell’economia in questo trimestre, le cifre di crescita saranno riviste al rialzo”. Ma “per una crescita che sia sostenuta serve il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza“, evidenzia il premier. Che non si dice preoccupato per l’aumento dei prezzi e i tassi di inflazione a cui stiamo assistendo negli ultimi giorni: “La convinzione degli economisti e in particolare del capo economista della Bce è che” si tratti di un fatto “temporaneo, perché ancora si registra tanta disoccupazione” ma i “salari non hanno una dinamica che fanno pensare alla necessità di provvedimenti correttivi“. “Con 40 miliardi in più il debito è aumentato – aggiunge Draghi – da questa situazione di debito alto noi, ma anche tutti gli europei, usciremo soltanto attraverso una crescita più alta“.

Le misure – Draghi si sofferma poi su alcune delle misure contenute nel Sostegni bis. Sul fronte dei ristori, ad esempio, “per la prima volta accanto al criterio del fatturato si usa anche l’utile che è molto più giusto, ma ovviamente ci vorrà più tempo, la seconda novità è l’arco temporale che ora abbraccia 370mila nuove partite Iva che vengono incluse”. Altri quattro miliardi del dl Sostegni bis andranno “ai lavoratori e alle fasce in difficoltà in parte per supplire alla situazione di emergenza, sia per accompagnare i lavoratori in un processo che sarà complicato. Bisognava attrezzarsi ad affrontare questa congiuntura che è positiva ma difficile”. “Il decreto penso che possa permettere alle imprese di guardare con ottimismo” al futuro, spiega ancora Draghi.

I giovani – Poi ci sono i giovani, evidenzia Draghi, a cui è stata dedicata “un’ampia parte del decreto, in particolare la possibilità di comprare una casa: imposta di registro e mutuo sono state cancellate e questo vale per tutti i giovani, per i meno abbienti, con Isee credo fino a 40mila euro, c’è anche la garanzia dello stato sull’80%” del mutuo. Draghi sostiene che sarà “più facile per tutti i giovani comprare casa e costruirsi una famiglia e dare quell’elemento di sicurezza che manca oggi”. “Per la prima volta – aggiunge ancora Draghi – c’è un fondo per la ricerca di base, si chiamerà Fondo italiano per la scienza, con 50 milioni e 150 per ogni anno a venire. E’ un investimento molto significativo per richiamare giovani e meno giovani che sono andati via”.

I licenziamenti – Il premier poi aggiunge: “Anche in questo decreto e in ogni legge futura lo Stato vuole accompagnare i giovani e anche i meno giovani in questi mesi che verranno: saranno migliori del passato ma saranno mesi complessi, perché vedranno la fine del blocco dei licenziamenti già alla fine di giugno, mutazioni nella composizione settoriale del prodotto e dei servizi”. Viene confermato quindi lo stop al blocco dei licenziamenti: occorre “usare interventi mirati piuttosto che generalizzati, che rischiano di dare risorse a chi non ne ha bisogno”, spiega nel corso della conferenza stampa il ministro del Lavoro, Andrea Orlando. “Ci sono settori in cui questo ragionamento va però tenuto aperto. E’ la maggioranza che ha escluso la proroga, non approvando emendamenti in questo senso in Parlamento e dunque anche la ragion politica indica di seguire risposte diverse. Più articoliamo, più rispondiamo a una domanda effettiva senza avere bandierine”, aggiunge Orlando.

Riforma fiscale – Draghi, rispondendo a un’altra domanda, commenta anche la proposta di Enrico Letta di tassare i più ricchi per pagare una dote ai giovani: “Non ne abbiamo mai parlato, non l’abbiamo mai guardata ma non è il momento di prendere i soldi ai cittadini ma di darli”, risponde il premier. Sulla riforma fiscale “quello che ho detto è che il principio di progressività va preservato e la riforma fiscale deve contribuire alla crescita. Non è tempo di politiche fiscali restrittive“, spiega Draghi, sottolineando tuttavia che, sul dossier, se ne occuperà in futuro una commissione ad hoc. “Politiche fiscali restrittive non sono pensabili, la scommessa è sulla crescita e sulla credibilità generale dei nostri interventi”, sottolinea poi il premier.

I prossimi passi – “Sul Pnrr non c’è stato alcun rallentamento“, sostiene ancora il premier, spiegando che il tempo impiegato è stato “necessario per affrontare la complessità dei temi”. “Noi per la fine di questo mese abbiamo l’attrezzatura per cominciare a partire, ma ci sono ancora tanti altri provvedimenti da prendere”, aggiunge Draghi. Che poi li elenca: “Entro la fine della settimana prossima saranno presentati e immagino anche approvati sia il dl sulla governance sia il dl sulle semplificazioni” e saranno “inviati anche in Europa“.

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