“Io sono un veterano del calcio ma ci si aggrappa al recupero mancato del primo tempo per condizionare Chiffi. E poi succede che ti danno un rigore per una punizione che non c’era”. È la dura accusa che l’Udinese aveva rivolto per bocca del suo ds, Pierpaolo Marino, a Fabio Paratici, suo omologo juventino dopo il match di domenica scorsa. Parole di condanna da parte del dirigente friulano che si era detto “arrabbiato” per l’atteggiamento di staff, giocatori e dirigenti juventini, in particolare del ds, che tra il primo e il secondo tempo alla Dacia Arena avevano accerchiato il direttore di gara, accusato di non aver concesso recupero mentre Cristiano Ronaldo e compagni si trovavano sotto per 1 a 0. Il direttore sportivo era come sempre seduto in tribuna con gli altri componenti della dirigenza bianconera, Nedved ed Agnelli, quando senza nessun impedimento è sceso sul terreno di gioco per protestare nonostante il suo nome, secondo quanto riportato da Fanpage.it, non fosse in distinta. Una condotta che, però, la Figc non ha ritenuto di dover sanzionare.

Oggi sicuramente non ci sarà soddisfazione per la dirigenza bianconera sponda friulana. Dopo lo sfogo del post gara sicuramente a Udine si sarebbero aspettati una forma di tutela da parte della federazione, ma così non è stato e il referto che tutti i martedì annuncia le sanzioni non contiene il nome di Fabio Paratici. Il direttore sportivo della Juventus non rientra tra i nominativi dei tesserati squalificati o multati dopo la 34esima giornata di Serie A.

Non sono quindi servite le parole della dirigenza dell’Udinese che stigmatizzavano una condotta che in questa stagione non rappresenta una novità, con i dirigenti della Juventus che già in passato avevano avuto accesso al terreno di gioco a partita ancora in corso.

Una scena resasi possibile in questa stagione per via dell’assenza di pubblico che ha permesso a giocatori e staff di sedere in tribuna in ottemperanza alle regole sul distanziamento. “Sembrava avessero perso per il mancato recupero – ha chiuso Marino nel post partita della Dacia Arena – Sono cose che appartengono a un calcio di altre epoche e non va bene. Ci sono stato e lo biasimavo allora come adesso”.

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