Attualità

Claudio Mangini, la storia dell’addestratore che ha preso a calci il cane (VIDEO)

Il video apparso per la prima volta sulla bacheca Facebook dell’animalista Enrico Rizzi ha fatto molto discutere. Mangini a sua volta ha caricato un video (Facebook) sulla sua pagina Facebook per difendersi dalle accuse che gli sono state rivolte, visto l’esposto-denuncia dello stesso Rizzi e quello congiunto delle associazioni animaliste Enpa, Leidaa, Lav, Lndc e Oipa

di Davide Turrini

Io so sempre dove toccarti ricordatelo”. I latrati lancinanti del lupo cecoslovacco colpito da un calcio nella pancia dal dog trainer Claudio Mangini riecheggiano ancora su molte bacheche social. Il video apparso per la prima volta sulla bacheca Facebook dell’animalista Enrico Rizzi ha fatto molto discutere. Mangini a sua volta ha caricato un video (Facebook) sulla sua pagina Facebook per difendersi dalle accuse che gli sono state rivolte, visto l’esposto-denuncia dello stesso Rizzi e quello congiunto delle associazioni animaliste Enpa, Leidaa, Lav, Lndc e Oipa. “Se si trattava di un cane cosiddetto “morsicatore”, con precedenti di aggressioni, l’interessato dovrebbe spiegare perché un cane con problemi del genere è stato lasciato libero in un recinto, come risulta dal video, alla presenza di altri cani con i loro proprietari o conduttori. Forse per simulare attacchi e mostrare il funzionamento del “metodo Mangini”?”, si chiede in una nota stampa la Leidaa. La risposta di Mangini è piuttosto lunga e articolata. In sostanza il dog trainer sostiene di aver salvato il lupo cecoslovacco tirandogli un calcio nel costato/milza perché ha “splittato una rissa a favore di quel cane” e che “se è sopravvissuto è grazie a me”. Inoltre Mangini, attorno al minuto 20 del video, dopo essersi rivolto a Rizzi imitando la sua parlata siciliana e stigmatizzando la sua giovane età (“sono un esperto di semiotica, quando vedo una persona leggo dei contrafforti – ? -che nemmeno t’immagini”) se la prende anche con tal “Mirko” che ha stigmatizzato il calcione al lupo cecoslovacco probabilmente in qualche commento online: “uno che ce l’ha a morte con me perché non gli do il c*lo, ma mi dispiace io sono etero e se fossi gay non saresti il mio tipo”. Questo Mirko sarebbe anche stato salvato dal Mangini in occasione di una sua esercitazione: “Ti ho anche salvato la vita. C’era chi voleva metterti lì dentro in campo con un ibrido di lupo e io ho detto di no, lì dentro quel ragazzo si fa male”. Sempre online un celebre coach della relazione con il cane, Angelo Vaira, ha pubblicato sulla sua pagina Facebook il video incriminato del calcione sferrato da Mangini al cane commentando: “Ecco ciò che succede a giustificare la violenza esercitata sui cani per “educarli”. È una vita che mi batto contro queste pratiche, che hanno origine solo nell’incompetenza di chi le usa”. Successivamente ha aggiunto: “Personalmente gli ho fatto causa per diffamazione e calunnia, è stato condannato e mi deve 15.000€ per risarcimento danni ma, naturalmente, risulta nullatenente”. “La sentenza del tribunale di Fermo è passata in giudicato a maggio 2019 – conferma al FQMagazine l’avvocato di Vaira, Emanuela Regazzi – Angelo era stato diffamato pesantemente in una trasmissione in diretta su Internet. Gli epiteti non sono francamente pronunciabili ma sono ovviamente agli atti. Mangini non si è mai visto durante le udienze e confermo che a tutt’oggi non siamo riusciti ad ottenere soddisfazione del credito”. Nel giugno del 2019, come riporta il Tirreno, Mangini era stato condannato “a 9 mesi e seimila euro di risarcimento da corrispondere ad un altro addestratore”, Angelo Andreucci. Il caso era stato seguito e presentato in un servizio di una decina di minuti da Le Iene nel 2014. Mangini, essendo addestratore di cani e animali che vengono fatti recitare in molti film, tra cui The Young Pope e Il racconto dei racconti (anche se il Golden Globe vinto da Mangini per la serie Brian O’Brien citato da LaNazione non appare in alcun elenco dei vincitori del 2009 ndr), doveva rispondere di 19 sms inviati in orari notturni ad Andreucci contenenti minacce di morte. Andreucci aveva dichiarato sia a Giulio Golia de Le Iene, sia ai giudici, di non aver mai visto i quattrini concordati con Mangini per avergli prestato alcuni cani per un film. Sul Tirreno vengono riportati i testi di alcuni sms spediti “in orario notturno e in rapida successione: il 4 dicembre 2010 tra l’1 e le 2, il 5 dicembre tra le 23 e mezzanotte, il 6 dicembre poco dopo la mezzanotte. «Scommettiamo che non lavori più? », «Giuro che faccio fuori te e la tua amica», «Io ti uccido», «Tu sei in pericolo, tu e la tua amica», «Ti trovo in due secondi e decido quando e dove farti fuori”.

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