C’è un nuovo capitolo nel caso della violenza sessuale di gruppo denunciata da una studentessa e che è oggetto di indagine da parte della procura di Tempio Pausania in cui sono indagati Ciro Grillo, figlio di Beppe Grillo, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria. I genitori della ragazza attraverso il loro legale, Giulia Bongiorno, fanno sapere che agiranno in sede legale contro coloro che stanno condividendo frammenti intimi del video che era stato citato da Beppe Grillo in un intervento a difesa dei quattro indagatie in cui si sosteneva che la giovane fosse consenziente. “Abbiamo appreso che frammenti di video intimi vengono condivisi tra amici, come se il corpo di nostra figlia fosse un trofeo: qualcosa che ci riporta a un passato barbaro che speravamo sepolto. Confidiamo nel fatto che tutto questo fango sarà spazzato via facendo emergere la verità. Abbiamo dato mandato al nostro legale di agire in sede giudiziaria contro tutti coloro che a qualsiasi titolo partecipano a questo deplorevole tiro al bersaglio” hanno fatto sapere i genitori che erano già intervenuti per condannare l’intervento del fondatore del M5s.

“Non è facile rimanere in silenzio davanti alle falsità che si continuano a scrivere e a dire sul conto di nostra figlia, aggiungendo dolore al dolore: il nostro e il suo. D’altro canto, sarebbe fin troppo facile smentirle sulla base di numerosi atti processuali che sconfessano certe arbitrarie ricostruzioni e che, per ovvie ragioni, non possono essere resi pubblici” proseguono i due genitori. “In ogni caso, la fiducia nella giustizia e il rispetto per le istituzioni – che ci hanno guidato finora e che continueranno a guidarci in futuro – non significano che siamo spettatori passivi: abbiamo conferito mandato al nostro legale di agire in sede giudiziaria contro tutti coloro che a qualsiasi titolo partecipano e parteciperanno a questo deplorevole tiro al bersaglio” .

Intanto secondo quanto riporta l’Adnkronos, la Procura di Tempio Pausania, che indaga per violenza sessuale di gruppo, sta ridefinendo in queste ore i capi di imputazione per alcuni degli indagati. In particolare, viene modificato il secondo capo di imputazione, che riguarda una serie di foto e di frame in cui si vedono a tratti due, a tratti tre ragazzi, e l’altra ragazza presente nella villa che dormiva. In alcune foto, sfocate, non si vede il volto dei giovani coinvolti.

Dopo gli interrogatori il Procuratore Gregorio Capasso, che coordina personalmente l’inchiesta, e la pm Laura Bassani, che avevano chiuso l’indagine nello scorso novembre, si sono messi nuovamente al lavoro per ridefinire gli ultimi eventi. Compresi gli interrogatori e le numerose indagini difensive presentate dai legali. Tra queste, al momento, non c’è però ancora la consulenza di Marco Salvi, il medico legale incaricato dalla difesa di Beppe Grillo di far luce sulle dichiarazioni della ragazza che accusa Ciro Grillo e gli altri ragazzi di stupro di gruppo nei suoi confronti.

L’esperto specializzato in medicina legale che in passato si è occupato del seriale killer Donato Bilancia e della morte di Carlo Giuliani al G8, ha spiegato che il suo lavoro sarà fatto “sulle carte, non devo certo periziare la ragazza. Con a disposizione gli atti dell’indagine, la documentazione, le testimonianze ed eventuali certificazioni sanitarie, il mio compito sarà cercare di capire, dal punto di vista medico legale, le sue condizioni psicofisiche al momento del fatto”. Ma sul tavolo della Procura di Tempio Pausania queste relazioni non sono arrivate. Nonostante l’indagine sia stata chiusa più di cinque mesi fa, gli ultimi interrogatori hanno fatto riaprire il fascicolo. Perché alla luce degli ultimi racconti i giovani interrogati hanno dato ulteriori spiegazioni su alcuni fatti ma anche su alcune fotografie che sono agli atti, tra cui il video di cui parla Beppe Grillo nel su intervento diventato virale in cui dice che il figlio Ciro e gli altri ragazzi “non sono stupratori ma sono quattro co…i”, e che “è strano che la ragazza abbia presentato la denuncia solo dopo otto giorni”. Soltanto alla fine delle indagini ‘suppletive’ sarà depositato in cancelleria un nuovo avviso di conclusione delle indagini. A quel punto la Procura chiederà il rinvio a giudizio o il non luogo a procedere dei quattro giovani, che sostengono che la 19enne “era consenziente”.

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