Tra le colonne portanti della campagna vaccinale nel Lazio ci sono i volontari che ogni giorno offrono supporto operativo in prima linea, vicino a medici, operatori sanitari e forze dell’ordine. Tra questi anche Alessio Cocuzzi, 21 anni, studente di infermieristica e volontario della Croce Rossa Italiana; Raffaella Vannuccini, 54 anni; e Valentina Grasso, 46 anni, dal 2009 soccorritrice volontaria della Cri. In comune non hanno solo il lavoro svolto durante le prime fasi della pandemia e l’attuale impegno quotidiano all’interno dell’hub vaccinale di Termini, ma un’idea ben precisa di cosa voglia dire fare il volontario.

Per Grasso, dipendente regionale, fu il terremoto dell’Aquila a darle la spinta per intraprendere il percorso di soccorritrice volontaria: “La mia famiglia è dell’Irpinia quindi noi abbiamo un vissuto personale”. “Il motto delle crocerossine ‘ama, conforta, lavora, salva’ è in fondo un’espressione di quello che ho svolto nella vita”, spiega Vannuccini che, cresciuti i figli, ha deciso di realizzare il progetto tenuto nel cassetto per una vita: diventare infermiera volontaria. “La famiglia – racconta – mi ha insegnato che l’amore non si divide ma si moltiplica”. Infine, c’è il naturale approdo di Cucuzzi, volontario da quando aveva 17 anni: “A scuola sono riuscito a far avvicinare anche altri ragazzi e questa per me è stata una grande soddisfazione”. E aggiunge: “Il volontario è qualcosa che fai non perché hai una divisa ma perché ce l’hai dentro”.

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