Sono gli incontri inaspettati quelli che rimangono più vividi nella nostra mente. E inaspettato è stato l’incontro tra una Porsche Taycan e una Tesla Model S, avvenuto a un semaforo come tanti, nella periferia di Roma. La signora a bordo dell’elettrica americana abbassa il finestrino e, orgogliosa, ci fa notare quanto sia stata rapida in ripresa la sua berlina bianca. Sorridiamo e rilanciamo informandola che anche la Porsche ha iniziato a produrre auto elettriche, proprio come la nostra. Quasi incredula, inizia a chiedere informazioni sulla Taycan e sui sui prezzi; poi scatta il verde e ci si saluta frettolosamente. Incontri del genere erano, fino a pochi anni fa, prerogative degli ultras della mobilità elettrica e coinvolgevano utilitarie cittadine con autonomie al limite dell’utilizzabilità. Oggi, invece, ci si confronta su vetture da quasi 100.000 euro, che competono ad altissimo livello.

Il mondo sta cambiando e con esso sta cambiando l’approccio dei costruttori al mercato. Ora il lusso (ma anche la sportività) viaggia anche a batteria e Porsche non ha atteso molto per ampliare ulteriormente la gamma Taycan. Topo la Turbo S, la Turbo e la 4s, arriva l’entry level: con questa versione si può entrare a far parte del mondo Porsche, rinunciando al rombo del 6 cilindri ma non alle finiture e al piacere di guida tipici della casa tedesca. Vista da fuori, la Taycan vanta volumi ben bilanciati, da coupé a 4 porte. Lunga 4,93 metri e larga 1,97, poggia su pneumatici 225/55 all’anteriore e 275/45 al posteriore, montati su cerchi da 19 pollici.

Il posteriore prevede fanali che si sviluppano orizzontalmente, mentre il muso si distingue per un disegno dei fanali inedito ma, al contempo, tipicamente Porsche, anche se si allontana un po’ dalle rotondità storica del marchio. La linea del faro, che si sviluppa orizzontalmente, prosegue per poi virare verticalmente in una presa d’aria, formando una sorta di L rovesciata. Osservandola nello specchietto retrovisore è impossibile scambiarla per qualcos’altro.

All’interno i sedili in pelle sono contenitivi e fanno sentire subito a bordo di una Porsche, anche se l’atmosfera è diversa dal solito: parte del merito va al quadro strumenti digitale, un’opera d’arte della tecnologia moderna. Il display in questione è grande, curvo e sospeso dietro il volante: integra una serie di pulsanti capacitivi per la regolazione dell’illuminazione e delle modalità di marcia, tra cui la regolazione sospensioni e il controllo di stabilità della vettura. Al centro della plancia spicca il doppio schermo touch per la gestione dell’infotainment e del climatizzatore.

Sono scomparsi tutti i tasti fisici (rimangono solo dei comandi al volante), il che è una scelta forte, perché impone al guidatore di dover impegnare lo sguardo alla ricerca del tasto giusto qualsiasi sia l’attività da svolgere, dalla modifica della temperatura del climatizzatore al cambio di stazione radio. Concettualmente ineccepibile è stata, invece, la scelta di posizionare il caricatore wireless per lo smartphone all’interno del bracciolo: un chiaro segnale che per Porsche, se si è alla guida, le distrazioni dei social devono attendere. Premuto il tasto di accensione (rigorosamente a sinistra del piantone di sterzo) si è subito accolti al rombo del… climatizzatore. Solo l’avvio del sistema di infotainment e dell’impianto di condizionamento dell’aria fanno capire che si è pronti a mettersi in marcia. Una piccola nota la merirano le bocchette di areazione che non sono direzionabili ma vengono gestite, come flusso e temperatura, dall’elettronica di bordo.

Veniamo alla guida: appena si affonda sul pedale dell’acceleratore la risposta è fulminea per via del brillante propulsore elettrico, capace di erogare 380 Cv di potenza (che diventano 476 in modalità “overboost”) e 357 Nm di coppia motrice. L’auto in prova prevede pure il “Performance Battery Plus”, ovvero le batterie con capacità di 93,4 kWh. Con la Taycan “base” è possibile spuntare lo 0-100 km/h in 5,4 secondi, con la spinta del propulsore trasmessa alle sole ruote posteriori di trazione. L’autonomia non è da primato se rapportata alla grande capacità delle batterie, ma si attesta su una più che sufficiente percorrenza di 407 km omologati Wltp. Nel caso si volessero effettuare lunghe percorrenze viene in aiuto la tecnologia “Fast Charge”, che permette di ricaricare le batterie in apposite colonnine con potenza fino a 270 kW.

Nella marcia autostradale la silenziosità è ottima, anche per via dei cristalli laterali laminati, che aiutano ad abbattere i rumori esterni. Sicché ad accompagnare la marcia vi è solo un lieve fruscio. Ma il meglio della Taycan viene fuori sui percorsi misti: lo sterzo è molto diretto, i freni, nonostante le oltre 2 tonnellate della Taycan, svolgono bene il loro lavoro e le sospensioni controllano i movimenti della vettura. Anche se la taratura rigida dell’assetto non sempre riesce a filtrare al meglio le imperfezioni del manto stradale.

A voler essere pignoli, si potrebbe eccepire qualcosa sull’ondeggiamento che si verifica nei rapidi cambi di direzione, dovuto alla spalla alta dei pneumatici. Anche se si tratta di difetti su cui si finisce per passere sopra in virtù della piacevolezza di guida complessiva: la vettura, infatti, è reattiva agli input del guidatore, stabile e veloce. Una vera Porsche, che regala soddisfazioni anche nei percorsi più impegnativi. Listino? Si parte da 86.400 euro, un prezzo quasi invitante se rapportato al resto della gamma Porsche.

Articolo Precedente

Opel Grandland X Plug-in Hybrid4, la prova de Il Fatto.it. Adatta anche alle piste da motocross – FOTO

next