Saranno le tv a pagamento che si sono già aggiudicate i diritti televisivi del calcio a pagare il prezzo più alto per l’eventuale nascita della Superlega. L’impatto dovrebbe essere invece modesto per le emittenti in chiaro come Mediaset. E’ quanto si legge in un report della banca inglese Barclays che vede contraccolpi in prima battuta su Vivendi che ha in mano Canal+. Il report prende in esame le società quotate in borsa. “Canal+ ha alcuni diritti della Champions League per la stagione 2021-2024. La nuova Super League svaluterebbe questi diritti e Canal+ dovrebbe fare un’offerta per i nuovi diritti della Super League. La questione chiave è se i termini contrattuali permetterebbero agli operatori che hanno vinto i diritti della Champions League di restituirli alla UEFA se effettivamente la competizione perderà dodici dei loro migliori club”, osservano gli analisti della banca. Nella stessa situazione ci sono Sky (ora di proprietà di Comcast) e British Telecom. In caso contrario, “Canal+, BT e Sky dovrebbero pagare un importo significativo per la Champions’ League e fare un’offerta anche per la Super League”, osserva Barclays.

Oltre a ritrovarsi in mano diritti tv svalutati , le reti a pagamento dovrebbero quindi spendere di più per i nuovi diritti della Superlega. “A puro scopo illustrativo: se i diritti del nuovo torneo dovessero costare quanto la Champions’ League per Canal+ (200 milioni di euro) e se assumiamo che non ci siano abbonati extra e nessun taglio dei costi (conservativo su entrambi i fronti), allora l’impatto sul margine operativo atteso nel 2022 di Canal+ sarebbe del 42%, e della controllante Vivendi del 9% con un impatto sull’utile per azione del gruppo francese di Vincent Bollorè pari all’8%”, si legge nella ricerca.

“La Super Lega è progettata per essere giocata in aggiunta, piuttosto che al posto dei campionati nazionali (cioè la Premier League inglese, la Serie A italiana, la Liga spagnola). Tuttavia, le risposte degli organi di governo e delle leghe nazionali finora suggeriscono che i club e i giocatori coinvolti sarebbero banditi dalle competizioni sia a livello nazionale che internazionale”, osservano gli analisti di Barclays. “Al momento – riprendono – ITV, Mediaset, Mediaset Espana e Atresmedia potrebbero essere i beneficiari netti dell’interruzione a breve termine della visione del calcio. Se ai top club inglesi, italiani e spagnoli viene impedito di giocare nelle competizioni nazionali e il nuovo torneo non inizia fino ad agosto, allora ci potrebbero essere guadagni di audience a breve termine per queste emittenti”

Tuttavia “se ai giocatori di quelle squadre venisse anche impedito di giocare nella competizione Uefa Euro, allora questo potrebbe essere negativo per ITV e Mediaset Espana dato che detengono i diritti di trasmissione per questo torneo. Sarebbe comunque un impatto marginale, dato che gli appassionati di calcio sosterrebbero comunque la loro squadra nazionale”. Al di là dei prossimi mesi, conclude Barclays nel suo report “la perturbazione della ricaduta di ESL potrebbe influenzare il valore dei diritti di trasmissione dei campionati nazionali nella prossima tornata di rinnovi”. Comcast (Sky) sembra essere l’unico dei gruppi coinvolti ad aver risentito dell’ipotesi già oggi. Il titolo è infatti in calo a New York di quasi il 2%. Viceversa Vivendi ha registrato un piccolo rialzo, così come British Telecom. Mediaset ha chiuso la seduta in flessione dell’1%

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