Prima Leonardo Bonucci e Demiral, ora Federico Bernardeschi. Alla vigilia di Juventus-Napoli, già rinviata per Covid mesi fa e nuovamente posticipata il 17 marzo, i bianconeri devono fare i conti con un secondo caso di positività al virus Sars-Cov-2, anche questo riconducibile al focolaio della Nazionale in seguito al doppio impegno internazionale della scorsa settimana. Bernardeschi è “in isolamento e asintomatico”, rende noto la Juve, che resta “in contatto con le autorità sanitarie in attuazione dei protocolli previsti per consentire le attività di allenamento e di gara del gruppo squadra”.

L’esterno si aggiunge alla lista di azzurri che hanno contratto il virus al rientro dagli impegni con la Nazionale. Oltre ai due bianconeri, sono stati contagiati il portiere del Torino Sirigu (il club granata non ha ufficializzato il suo nome), Florenzi, Grifo, Verratti, Cragno e almeno 4 membri dello staff. Apprensione diffusa anche al Napoli che, dopo la guarigione di Piotr Zielinski, non ha calciatori positivi ma teme la positività di rimbalzo dei giocatori impegnati con l’Italia.

“Bernardeschi e Sirigu positivi? Quello che posso dire e poi le comunicazioni più tecniche sono sempre rimandate al dipartimento della comunicazione. È vero che Bernardeschi ha giocato, ma è l’unico elemento che riscontriamo. Non abbiamo un focolaio e non essendoci un focolaio non abbiamo elementi per rimandare la partita”, ha spiegato Carlo Picco, direttore dell’Asl di Torino, a Radio Punto Nuovo in vista del recupero di mercoledì pomeriggio.

“Ovviamente faremo verifiche e vigileremo, ma per ora la situazione è questa”, ha aggiunto. Su possibili provvedimenti dell’unità sanitaria o se si applicherà il protocollo della Lega, Picco ha detto: “Il focolaio è stato in parte contenuto per il fatto che i giocatori sono stati isolati. Al momento le positività non sono tali da giustificare un intervento dell’Asl così drastico, però vigiliamo. Ad oggi la partita si gioca. Non c’è un cluster”.

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