Il premier Mario Draghi “sostiene l’asse composto da Angela Merkel e Emmanuel Macron e a discapito dell’influenza di Spagna e Paesi Bassi”. È quello che sostiene il quotidiano spagnolo El Pais in un lungo articolo, dedicato alle strategie seguite dal presidente del consiglio italiano. E alla reazione di Parigi e Berlino all’arrivo dell’ex presidente Bce a Palazzo Chigi. “La presenza di Mario Draghi a capo del governo italiano – si legge nell’articolo firmato dai corrispondenti da Bruxelles e da Roma Bernardo De Miguel e Lorena Pacho – ha rafforzato nell’Ue il tandem formato da Angela Merkel ed Emmanuel Macron in un momento in cui entrambi i leader affrontano forti turbolenze politiche nei loro paesi”.

Secondo il quotidiano spagnolo “per Bruxelles Draghi offre una parentesi di stabilità in Italia. Ma il prestigio dell’italiano sembra andare a discapito della capacità di influenza di Spagna e Olanda, due dei partner della comunità che, da posizioni opposte, sono stati fondamentali nel 2020 per forgiare la risposta europea alla pandemia”. Come è noto, infatti, Amsterdam guidava il fronte dei paesi cosiddetti “frugali”. Il quotidiano spagnolo sostiene che la “forte presenza di Draghi” ha ridotto “la dipendenza della Merkel da partner come l’Olanda di Mark Rutte o quella di Macron dalla Spagna di Pedro Sánchez. Sia la Germania che la Francia hanno ora nell’Italia una sostenitrice dei loro progetti europei e Draghi è un alleato per sostenere le loro iniziative, soprattutto quelle economiche.

Tuttavia, si legge nell’articolo, “fonti europee a Bruxelles prevedono che il regno di Draghi avrà vita breve e dubitano che l’Italia entrerà a far parte di un triangolo di leadership duraturo accanto all’asse franco-tedesco”. Per ora comunque “il peso del premier italiano è già stato notato a Bruxelles ed il suo arrivo è stato accolto con sollievo a Bruxelles, Berlino e Parigi, soprattutto perché sarà lui a gestire la distribuzione del Fondo europeo di ripresa” in Italia. El Pais cita le dichiarazioni di Luis Simón, direttore della sede di Bruxelles dell’Istituto Elcano, che sostiene come il “pedigree di Draghi a Bruxelles e la sua credibilità nell’attuazione delle riforme siano una boccata d’aria fresca per il fondo di recupero, poiché i paesi creditori del Consiglio e della Commissione sono preoccupati che il sostegno finanziario europeo sia garantino in cambio dell’attuazione di riforme”.

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