Ho scelto il vaccino AstraZeneca e sono tranquillo perché guardo i numeri. Non vi posterò foto perché non ho il fisico e non vi spiegherò neppure perché il mio turno è arrivato ora, tanto chi mi conosce lo sa benissimo. Mi avevano offerto altro, ma ho firmato un foglio per vaccinarmi proprio con il vaccino AstraZeneca-Oxford. Ho provato un’emozione grandissima nel ricevere qualcosa che è stato sviluppato anche nella mia terra, nello stabilimento Irbm di Pomezia, frutto della scienza e della collaborazione di tante persone che hanno messo da parte le loro differenze per collaborare assieme.

Ho accompagnato a vaccinarsi anche il mio papà, sempre con AstraZeneca. Non ho preso una decisione con il cuore, l’ho fatta con un ragionamento razionale. Lo so che palare di emozioni e mettere le foto renderebbe tutto più facile, ma per il vostro bene vi devo parlare di numeri.

Innanzitutto, per i vaccini, dimenticatevi l’efficacia del 60%, del 95% o anche quella del 97%. Sono dati ottenuti in condizioni troppo diverse (circolazione diversa delle varianti, diverso campione) affinché possano essere confrontati direttamente. L’aspetto importante da ricordare è che qualsiasi vaccino protegge dalla malattia grave di fatto al 100%.

La scorsa settimana il virus è entrato in una residenza sanitaria assistenziale (Rsa) della provincia di Siena. Fino a pochi mesi fa quando succedeva una cosa del genere questo significava: la maggior parte degli ospiti contagiati, tanti in ospedale e diversi decessi. Gli ospiti delle Rsa sono solo lo 0.4% della popolazione italiana, ma in questi luoghi sono morte un terzo di tutte le persone decedute a causa Covid. Nella residenza di Siena però, stavolta il virus è arrivato quando erano tutti vaccinati, e il risultato è stato che c’erano 15 positivi, ma erano tutti asintomatici. Questa è l’ennesima dimostrazione della reale efficacia del vaccino.

Quando è il vostro turno, prendete quello che c’è e non fate gli schizzinosi perché qualsiasi vaccino è quanto di meglio lo Stato possa offrirvi per proteggere la vostra salute in questo momento. Il 13 febbraio un signore è entrato alla mostra di Oltremare a Napoli, il palcoscenico dell’ultimo evento Italia a cinque stelle. Mentre era in attesa della vaccinazione si è sentito male e purtroppo è deceduto. Che cosa mai avreste pensato se questa persona fosse morta appena dopo aver ricevuto il vaccino?

La Germania ha fermato per qualche giorno il vaccino AstraZeneca perché hanno osservato che somministrandolo a milioni di persone si sono verificati sette casi di una forma di trombosi dove la media attesa dagli ultimi anni era di uno. Chi conosce i numeri dice che la probabilità che quello non sia un caso è solo del 2%. Allora, vi dovete preoccupare? Mi riferisco solo a voi, perché io non mi preoccupo e vi spiego il perché.

Qualche tempo fa un gruppo di scienziati burloni pubblicò una ricerca su una di quelle riviste scientifiche che accettano qualsiasi cosa basta che paghi, affermando che la cioccolata fa dimagrire. Il bello è che lo studio lo fecero sul serio: presero due gruppi di volontari, li misero entrambi a dieta ipocalorica per due settimane, e a uno diedero in più 100 grammi di cioccolato al giorno. Risultato apparentemente sconvolgente: il gruppo che aveva preso la cioccolata aveva perso più peso degli altri. Allora, gli scienziati burloni iniziarono a mandare una nota stampa ovunque, che fu ripresa in modo del tutto acritico da diversi giornali, con l’unica aggiunta che consisteva nel mettere la foto di donne in atteggiamenti pornograficheggianti mentre mangiavano la cioccolata.

Dov’era il trucco? Beh, gli scienziati che sapevano fare il loro mestiere avevano misurato non un solo parametro, ma ben sedici diversi: pressione, colesterolo, etc etc. Avevano un gruppo piccolo di pazienti seguiti per solo due settimane. Sapevano benissimo che almeno uno di questi parametri avrebbe fluttuato: guarda caso è stata la perdita di peso, ma poteva essere il colesterolo, e allora avrebbero detto che la cioccolata fa abbassare il colesterolo e così via. Chi fa ricerca seriamente sa che le fluttuazioni statistiche avvengono naturalmente.

Che cosa c’entra con il vaccino AstraZeneca e le trombosi? C’entra se consideriamo che ci sono moltissimi problemi ai quali le persone possono andare incontro. L’incidenza singola di ciascuno di questi problemi ogni anno ha numeri assoluti piccoli, per cui bastano piccole fluttuazioni per ipotizzare aumenti che possono essere anche del 700% (da uno a sette). Quello delle trombosi è uno dei tanti possibili esempi, ma sono sicuro che se si inizia a giocare un po’ con le statistiche di un vaccino somministrato oramai a venti milioni di persone si troverebbe di tutto, perché nella statistica basta cercare e si trova.

L’Oms non ritiene che al momento ci sia alcuna relazione causa-effetto tra trombosi e vaccino AstraZeneca. È giusta la prudenza per carità, dobbiamo continuare a studiare e verificare tutto, ma è importante tenere a mente che sospendere i vaccini sulla base di “troppa prudenza” ha un costo importante in vite umane. Se tutti quelli che lo desiderano fossero già stati vaccinati la situazione adesso sarebbe totalmente diversa e migliore. Infatti, paesi come Regno Unito, Usa e Israele stanno già vedendo cali importanti del numero di decessi, e sarà lo stesso tra pochissimi mesi da noi, se continuiamo con il piano vaccinale.

Dobbiamo guardare al rapporto tra rischi e benefici, che per tutti i vaccini al momento pende in modo nettissimo dalla parte dei benefici. Serve immaginare il futuro tra qualche mese e guardare al 2050, e non a qualche titolo allarmistico.

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Vaccino Pfizer, lo studio del Policlinico di Bari: “Efficace anche contro l’infezione”

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