Un’operazione di facciata il cui esito non è per nulla scontato. È questo il vero senso del cambio ai vertici di Aria annunciato da Attilio Fontana dopo tre giorni di caos nelle vaccinazioni anti Covid. Un senso che era già tutto contenuto nelle parole usate dal governatore lombardo per dare il ben servito al consiglio di amministrazione della società regionale responsabile della piattaforma per gli appuntamenti: “Ho chiesto ai membri del cda di Aria di fare un passo indietro, altrimenti ne disporrò l’azzeramento affidando la guida della società al direttore generale Lorenzo Gubian”. Che oggi si sarebbe arrivati a un punto di svolta era certo, dopo le bordate scagliate via social contro Aria dall’assessora al Welfare Letizia Moratti e dal super consulente per il piano vaccinale Guido Bertolaso. Ma la svolta non passa per una revoca dei vertici, ma solo per una richiesta di dimissioni. E va a toccare i membri del cda, senza compiti operativi, mentre esce addirittura rafforzato il ruolo di Gubian, il manager “strappato” ad agosto alla sanità veneta dopo lo scandalo dei camici ordinati da Aria alla Dama spa del cognato di Fontana.

Prima di arrivare in Lombardia per sostituire Filippo Bongiovanni, Gubian è stato direttore dei Sistemi informativi dell’Azienda zero in Veneto, l’azienda sanitaria che coordina tutte quelle locali. Fino a qualche giorno fa, un azzeramento dei vertici di Aria che toccasse il cda e non Gubian avrebbe trovato la strada sbarrata da parte di Forza Italia. Perché il presidente del cda è Francesco Ferri, pupillo di Silvio Berlusconi che anni fa gli affidò la selezione di volti nuovi per Forza Italia, mentre la nomina di Gubian la scorsa estate è stata frutto delle indicazioni della Lega e di colui che due anni fa ha voluto fortemente la nascita di Aria, l’assessore al Bilancio Davide Caparini. Le resistenze di Forza Italia sono però venute meno negli ultimi giorni, dopo che lo sfacelo della macchina organizzativa lombarda è finito sulle prime pagine di tutti i giornali e dopo le prese di posizione pubbliche di Bertolaso e Moratti.

Più che su un braccio di ferro tra Lega e Forza Italia, dunque, il cambio ai vertici di Aria corre lungo una resa di conti tutta interna alla Lega, con la componente più vicina a Giancarlo Giorgetti, rappresentata in Regione tra gli altri dal neo assessore Guido Guidesi, che ha messo all’indice Caparini, vicino alla potente Giulia Martinelli, capo segreteria di Fontana ed ex di Matteo Salvini. Una resa di conti in seguito alla quale, come detto, non è stato toccato il ruolo di Gubian. Del resto sostituire il direttore generale di Aria avrebbe buttato la campagna vaccinale ancora più nel caos, dopo che da inizio anno sono già cambiati tutti i ruoli di comando della sanità lombarda (l’assessore al Welfare Giulio Gallera, il direttore generale al Welfare Marco Trivelli, il responsabile della campagna vaccinale Giacomo Lucchini di fatto commissariato da Bertolaso). E avrebbe significato decapitare la macchina operativa di Aria in una fase molto delicata, perché nei prossimi giorni andrà fatto il passaggio di consegne a Poste Italiane, a cui è stato chiesto non più solo di fornire la piattaforma per la fase delle vaccinazioni di massa ma di subentrare anche in quelle degli over 80, che da settimane subiscono disagi su disagi.

La conferma di Gubian, inoltre, non può che essere la prova che ai piani alti di Regione Lombardia sanno benissimo che non tutte le colpe di quanto successo in queste settimane sono di Aria. E sono consapevoli di quanto al caos hanno contribuito i ritardi causati dagli avvicendamenti nei ruoli chiave della sanità e i tempi stretti concessi ad Aria per predisporre la piattaforma. Per non parlare dei disservizi in seno alle stesse Asst (le vecchie Asl): “Quello che è successo sabato a Como e Cremona non è colpa nostra – ha dichiarato Gubian al quotidiano La Provincia – il Cup (Centro unico di prenotazione) delle Asst non funzionava. Per prenotare usiamo il Cup delle aziende, se questi non funzionano noi non riusciamo a concludere la procedura”.

Cambiare solo il cda, mentre si sa già che Aria verrà sostituita da Poste nella gestione delle prenotazioni delle vaccinazioni, non è altro che un’operazione di facciata. Che tra l’altro non è stata portata a termine direttamente dalla giunta. “Fontana non ha nemmeno avuto il coraggio di firmare la revoca dei vertici di Aria ma si è affidato alla moral suasion”, fa notare il consigliere del Pd Pietro Bussolati. L’annunciato azzeramento del cda, infatti, è stato una richiesta di dimissioni che per tutto il pomeriggio sono state in dubbio. A convincere i consiglieri di amministrazione (oltre al presidente Ferri legato a Forza Italia, tre membri sono in quota Lega mentre uno fu indicato dal Pd) ci sono infatti volute fitte consultazioni telefoniche con i loro legali, vista la preoccupazione che le dimissioni possano suonare come un’ammissione di responsabilità di fronte a eventuali future inchieste della procura o approfondimenti della Corte dei conti. Alla fine le dimissioni arriveranno in serata. E per Ferri potrebbero valere in cambio la nomina in una delle società controllate dalla Regione che, come Pedemontana e Fnm, rinnoveranno i propri vertici a breve.

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